03 Settembre 2025
Aleksander Ceferin, fonte: imagoeconomica
Il presidente dell'Uefa Aleksander Ceferin si è espresso in merito ad una possibile esclusione di Israele dalle competizioni di calcio dopo l'appello di Assoallenatori alla Figc. "Non riesco a capire come un politico che può fare molto per fermare il massacro, ovunque, possa addormentarsi vedendo tutti quei bambini e tutti quei civili morti. Non lo capisco. C'è l'idea che il calcio debba risolvere questi problemi? Assolutamente no", ha detto durante un'intervista.
Nessuna esclusione di Israele dalle competizioni internazionali di calcio. Lo ha confermato il presidente Uefa Ceferin, che ha così respinto l'appello di ormai due settimane fa da Assoallenatori. "Siamo stati tra i primi ad agire, credendo davvero che lo sport potesse contribuire a porre fine a questa tragedia. Purtroppo, la vita ci ha dimostrato il contrario. Ora non vedo molte reazioni dalla politica. Dalla società civile è enorme", ha detto.
"Ora è più una pressione della società civile che dei politici, perché i politici sono ovviamente, quando si tratta di guerre e vittime, molto pragmatici. Non posso dire cosa succederà. Si parla di tutto, ma personalmente sono contrario all'espulsione degli atleti".
Sul tema era intervenuta anche la relatrice Onu Francesca Albanese, che dopo la morte del "Pelè palestinese" si era rivolta all'Uefa, chiedendole ufficialmente di "espellere Israele da ogni competizione calcistica" e invocando un ambiente sportivo "libero da apartheid e genocidio".
Tuttavia, dalle parole di Ceferin traspare benissimo il "due pesi e due misure". "Per me, lo sport dovrebbe cercare di indicare la strada, non vietando agli atleti di gareggiare. Ma a essere onesti, ancora una volta, con la guerra Russia-Ucraina, abbiamo avuto una reazione politica quasi isterica".
Sostenendo il piano delle squadre Under 17 riguardo alla Russia, Ceferin ha affermato che i bambini dovrebbero essere trattati in modo diverso dagli adulti. "Continuo a pensare che i bambini dovrebbero essere trattati in modo diverso perché, sapete, vengono cresciuti nella paura e nell'odio. Capirebbero che non siamo loro nemici, che le nazioni non sono nemiche tra loro. Ma ai politici questo non importa", ha detto, aggiungendo che anche i bambini non votano.
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