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San Siro, Tar respinge richiesta di sospensiva, via libera alla vendita dello stadio a Inter e Milan per 197 mln € entro luglio

I giudici amministrativi hanno deciso che "non emergono profili che possano indurre ad una ragionevole previsione favorevole ai ricorrenti dell'esito del ricorso" e che "ci sono seri dubbi sulla ammissibilità dei ricorsi"

16 Luglio 2025

San Siro, Tar respinge richiesta di sospensiva, via libera alla vendita dello stadio a Inter e Milan per 197 mln € entro luglio

Stadio San Siro, fonte: imagoeconomica

Il Tar ha richiesta di sospensiva sullo Stadio San Siro presentata dall'ex sindaco di Milano Luigi Corbani assieme al Comitato Sì Meazza. Un ricorso che aveva lo scopo di ottenere l'annullamento delle delibere sul bando pubblico di acquisto dello stadio, il cui prezzo di vendita è stato fissato a 197 milioni dall'Agenzia delle Entrate. Il comitato asserisce che il vincolo dei 70 anni sul secondo anello sarebbe già scattato, mentre il parere della Soprintendenza lo sposta al 10 novembre 2025. Tuttavia, i giudici amministrativi hanno deciso che "non emergono profili che possano indurre ad una ragionevole previsione favorevole ai ricorrenti dell'esito del ricorso" e che "ci sono seri dubbi sulla ammissibilità dei ricorsi", ragion per cui il Comune può andare avanti con la procedura di vendita del Meazza e delle aree circostanti.

San Siro, Tar respinge richiesta di sospensiva, via libera alla vendita dello stadio a Inter e Milan per 197 mln € entro luglio

Via libera alla vendita dello stadio San Siro a Inter e Milan e anche alle aree circostanti. Lo ha deciso il Tar che ha respinto la richiesta di sospensiva. Il ricorso presentato metteva nel mirino il Comune di Milano, il ministero della Cultura e il ministero delle Infrastrutture e puntava ad ottenere l’annullamento di diversi atti pubblici, tra cui le delibere sul bando pubblico di acquisto dello stadio Meazza.

Ma i giudici hanno rilevato che "le valutazioni espresse nel parere preliminare della competente Soprintendenza in ordine al requisito della vetustà, 70 anni dall'esecuzione, del secondo anello non appaiono implausibili laddove individuano nel Verbale di constatazione di compimento dei lavori, collaudo provvisorio, datato 10 novembre 1955, che è il primo atto che attesta l'ultimazione delle opere previste dal contratto principale, la data di riferimento per la verifica del decorso dei settanta anni dalla esecuzione dei lavori stessi". E "non appare sussistente neppure il prescritto "periculum in mora", dedotto in modo generico e per lo più facendo leva sulla imminente stipulazione del contratto di vendita dello Stadio Meazza che, di per sé, non sembra evidenziare un danno irreparabile - si legge ancora -, in ordine alla circostanza che la demolizione dello Stadio Meazza non potrà avvenire prima del 2030".

Le trattative e le operazioni di cessione dello stadio e delle zone adiacenti a Inter e Milan possono dunque proseguire con l'obiettivo di arrivare a una fumata bianca entro la fine di luglio, in modo da evitare i problemi di scadenza del vincolo.

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