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"'Occhi spaccanti' diventa un brand di occhiali, marchio e logo registrati dallo scrittore Gabriele Picco", legale di Raoul Bova smentisce

Il logo del marchio di cui il 51enne Picco ha presentato domanda ha due occhi stilizzati sormontati da sopracciglia marcate. Sotto compare la scritta "Occhi spaccanti"

02 Ottobre 2025

"Occhi spaccanti" diventa un brand di occhiali, marchio e logo registrati dallo scrittore Gabriele Picco, al via battaglia legale con Raoul Bova

Logo occhi spaccanti, Raoul Bova (imagoeconomica)

"Occhi spaccanti" potrebbe diventare un brand di occhiali, secondo alcune indiscrezioni lo scrittore bresciano Gabriele Picco avrebbe registrato marchio e logo. La frase è quella pronunciata da Raoul Bova negli audio inviati all'influencer Martina Ceretti e diffusi da Fabrizio Corona. Tuttavia l'avvocato dell'attore, Anna Maria Bernardini De Pace, smentisce. 

"Occhi spaccanti" brand di occhiali?

Il logo del marchio che, secondo alcuni siti, avrebbe registrato il 51enne Picco ha due occhi stilizzati sormontati da sopracciglia marcate. Sotto compare la scritta "Occhi spaccanti". La frase privata che aveva fatto il giro dei social, ora potrebbe diventare oggetto di una battaglia commerciale e legale. Tuttavia Bova ha registrato l’espressione all’Ufficio brevetti ad agosto, insieme ai suoi legali Anna Maria Bernardini De Pace e David Leggi, per difendersi dalla diffusione incontrollata online e tutelarsi, mentre Gabriele Picco ha depositato una domanda concorrente, aggiungendo al marchio un disegno stilizzato con l’idea di usarlo per vendere occhiali.

"Occhi spaccanti", l'audio di Raoul Bova a Martina Ceretti

Dopo la diffusione degli audio, "occhi spaccanti" era diventato virale e oggetto di meme, video e anche campagne promozionali.

Ecco il contenuto del messaggio vocale inviato da Raoul Bova a Martina Ceretti e diffuso da Fabrizio Corona: "Buongiorno essere speciale, dal sorriso meraviglioso, dagli occhi spaccanti e dai baci meravigliosi, dolci, soavi. Fammi fare un po' il filosofico perché così almeno mi adatto al tuo livello. Cacchio che bello. Sono qui nel letto, mi sto per preparare. Ho fatto già mezz'ora di corsa. Ti volevo dire che sa tutto ancora un po' di te qua, quindi è come se fossi qui. Ti annuso. Fatti sentire durante la giornata. Ma tu che fai? Se sei libera... o se no facciamo direttamente domani, ma non so se resisto. Ti bacio. Ciao, buona giornata, buon risveglio".

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La smentita di Annamaria Bernardini de Pace

Riceviamo e pubblichiamo la smentita dello studio legale  Annamaria  Bernardini De Pace, che rappresenta Raoul Bova, in merito alla indiscrezione sul deposito del marchio "occhi spaccanti" da parte di Gabriele Picco. 

"Su mandato di Raoul Bova, dopo aver appreso che diversi giornali nazionali hanno pubblicato nei loro siti online informazioni inveritiere, riguardanti la presunta registrazione del marchio “Occhi spaccanti”, asseritamente ottenuta dal Signor Gabriele Picco, preciso quanto segue.

Il Signor Bova, il 5 agosto 2025, ha depositato la domanda di registrazione del marchio denominativo “Occhi Spaccanti”, tuttora in fase di esame presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, mentre invece il Signor Gabriele Picco non solo non ha ottenuto la registrazione del marchio “Occhi Spaccanti”, ma ha presentato la relativa domanda il 14 agosto 2025. Quindi successivamente.

Quando, invece, il Signor Gabriele Picco, intervistato dal giornalista Gabriele Parpiglia, ha affermato “ho registrato il marchio… è da mesi che ho fatto questa cosa e non l’ho detto a nessuno”.

Ci sono, quindi, fatti oggettivi, risultanti anche dalla ricerca sulla Banca Dati ufficiale dell’Ufficio Italiano Marchi e Brevetti e che, di seguito, riporto.

Chiarisco, infatti, che presentare una domanda di registrazione di un marchio d’impresa non equivale a ottenerne immediatamente la relativa registrazione.

La domanda del Signor Picco, infine, risulta in esame e non è stata neppure inserita nel bollettino ufficiale dell’Ufficio Marchi e Brevetti, momento dal quale decoreranno i termini trimestrali per l’opposizione".

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