29 Novembre 2024
Brian Jagde e Anna Netrebko, La forza del destino, Prima della Scala (fonte LaPresse)
La stagione scaligera 2024-25 si aprirà con la rappresentazione de "La forza del destino", l'opera di Giuseppe Verdi presentata per la prima volta nel 1862 a San Pietroburgo e poi rimaneggiata per il suo debutto al Teatro alla Scala di Milano nel 1869. Diretta dal Maestro Riccardo Chailly con la regia di Leo Muscato, la trama si sviluppa sui concetti del destino, della vendetta e della redenzione e si basa su un dramma spagnolo di Ángel de Saavedra.
L'opera inizia con la storia d'amore tra Leonora e Don Alvaro, un giovane di origini nobili e sconosciute. Quando Don Alvaro accidentalmente uccide il padre di Leonora, il Marchese di Calatrava, mentre cerca di fuggire con lei, si scatena una serie di eventi tragici. Don Carlo, fratello di Leonora, giura vendetta contro Don Alvaro per la morte del padre. Nel corso dell'opera, Don Alvaro e Don Carlo si incontrano e si scontrano ripetutamente. Alla fine, il destino inesorabile si compie: Don Carlo scopre il nascondiglio di Leonora e, durante il duello con Don Alvaro, viene ferito mortalmente. Leonora viene anch'essa ferita e muore tra le braccia di Don Alvaro, che disperato invoca la pace eterna.
Il 7 dicembre 2024, La Forza del destino viene rappresentata alla Prima della Scala in quattro atti su libretto di Francesco Maria Piave e sarà eseguita integralmente nella versione del 1869 ripensata da Verdi per la Scala. L’opera è stata poco rappresentata al Piermarini. Dopo aver inaugurato la stagione 1965/66, è tornata solo nel 1978 e poi dopo oltre vent’anni, quando a riprendere il titolo è Riccardo Muti. Infine viene rappresentata nel 2001, quando i complessi del Mariinskij diretti da Valery Gergiev hanno eseguito la sua versione di San Pietroburgo del 1862.
L'azione si svolge in Spagna e in Italia, nel Settecento. Tra il primo e il secondo atto passano circa 18 mesi. Tra il secondo e il terzo alcuni anni. Tra il terzo e il quarto oltre un lustro.
José Mardones, Enrico Caruso e Rosa Ponselle in una rappresentazione
Donna Leonora di Vargas (soprano) figlia del marchese di Calatrava, e don Alvaro (tenore), meticcio, per evitare l'opposizione al loro matrimonio del padre di lei, si preparano a fuggire nottetempo da Siviglia. Leonora, affezionata nonostante tutto al padre, medita sull'incertezza del proprio destino e dice addio alla terra natia. L'arrivo di Alvaro le fa svanire gli ultimi dubbi, ma i due vengono sorpresi dal marchese (basso), che, tornato all'improvviso, rinnega la figlia e ordina ai servi di arrestare il giovane. Questi, proclamandosi unico colpevole, si dichiara pronto a subire la punizione del marchese e getta a terra la pistola, da cui parte un colpo che uccide il vecchio. I due sventurati amanti scompaiono nella notte.
Il fratello di Leonora, don Carlo (baritono), deciso a vendicare la morte del padre, è alla ricerca dei due amanti. Giunto in un'osteria a Hornanchuelos si spaccia per uno studente: gli astanti comprendono dei pellegrini, la zingara Preziosilla (mezzosoprano), alcuni soldati, un mulattiere, e la stessa Leonora che, travestita da uomo, si sta dirigendo al Monastero della Vergine degli Angeli, nei pressi del quale intende vivere in eremitaggio. Dal racconto di don Carlo Leonora scopre che don Alvaro, creduto morto, è ancora in vita, e teme per la propria stessa incolumità: si appresta quindi a ritirarsi dal secolo con rinnovato vigore.
Giunta al monastero, la giovane si affida alla Vergine pregando perché i propri peccati siano perdonati, quindi chiede un colloquio al padre guardiano (basso), cui rivela la propria identità e il desiderio di espiazione. Il padre, indulgente e comprensivo, l'avverte però che la vita che l'attende è piena di stenti e cerca di convincerla per l'ultima volta a ritirarsi in convento invece che in una misera grotta. Constatando la fiduciosa costanza di Leonora, tuttavia, acconsente al volere di lei e, consegnatole un saio, chiama a raccolta i monaci che, maledicendo chiunque oserà infrangere l'anonimato dell'eremita, si rivolgono in coro alla Madonna.
Siamo in Italia, vicino a Velletri. È notte, infuria la lotta tra gli spagnoli e gli imperiali. Don Alvaro è capitano dei granatieri spagnoli e, non potendo sopportare oltre le sue sventure, spera di morire sul campo. Rievocando il proprio passato di orfano, figlio di discendenti della famiglia reale Inca, ripensa alla notte fatale in cui vide per l'ultima volta Leonora, e, convinto che la giovane sia morta, le chiede di pregare per lui.
Ad un tratto, sente il lamento di un soldato in difficoltà, accorre in suo aiuto e gli salva la vita: l'uomo altri non è che don Carlo, che però non riconosce il giovane indio. I due si giurano eterna amicizia. L'indomani, tuttavia, Alvaro stesso cade ferito e viene trasportato da don Carlo. Alvaro morente affida a Carlo una valigia con un plico sigillato contenente un segreto che non dovrà mai essere rivelato: alla sua morte il plico dovrà essere bruciato.
Carlo giura di farlo, ma una volta rimasto solo, insospettito dall'orrore provato dall'amico al nome dei Calatrava, apre la valigia, dentro la quale trova un ritratto di sua sorella Leonora: vedendo confermati i propri sospetti, sfida don Alvaro a duello. I due hanno già incrociato le spade quando sopraggiunge la ronda: Alvaro scappa e trova rifugio in un monastero. Nell'accampamento, intanto, ricomincia la vita di sempre: la zingara Preziosilla predice il futuro e incita i soldati alla battaglia.
La versione bilingue del primo libretto de La forza del destino pubblicato in occasione della prima di San Pietroburgo, 1862
Nei pressi del Monastero degli Angeli il frate Melitone (baritono) distribuisce la minestra ai poveri. Questi, lamentandosi per il suo comportamento sgarbato, rimpiangono l'assenza del padre Raffaele, il nome scelto da don Alvaro al momento dell'entrata in monastero.
Lo stesso padre Raffaele è richiesto da don Carlo, che, scoperto il nascondiglio di don Alvaro, lo sfida nuovamente a duello. In un primo momento don Alvaro rifiuta il confronto ma, sentendosi chiamare codardo e mulatto, si prepara ad incrociare nuovamente il ferro con lui.
Presso la grotta dove si è ritirata, Leonora, riconoscendosi ancora innamorata di don Alvaro, piange il proprio destino. Sentendo improvvisamente dei rumori nelle vicinanze, si rifugia nel proprio abituro, ma è richiamata proprio da don Alvaro che, avendo ferito don Carlo a morte, cerca un confessore per dare all'agonizzante gli ultimi conforti. Terrorizzata, Leonora chiama aiuto ma, inaspettatamente riconosciuta dal giovane, si accinge a ricongiungersi con lui. Messa a parte del ferimento di don Carlo, tuttavia, si precipita da lui che, ancora ossessionato dal desiderio di vendetta, la pugnala. Raggiunta dal padre guardiano, Leonora spira tra le braccia di don Alvaro, augurandosi di ritrovarlo in cielo. Egli, rimasto definitivamente solo sulla terra, maledice ancora una volta il proprio destino.
L'opera inaugurale della Prima della Scala 2024-2025 vanta un cast molto amato. I protagonisti sono Anna Netrebko nel ruolo di Leonora, Ludovic Tézier nei panni di Don Carlo e Brian Jagde nel ruolo di Don Alvaro. Ecco tutti i personaggi dell'opera.
Marchese di Calatrava: nobile e altero signore spagnolo, che sente molto forte lo spirito di casta, e ancora di più, se possibile, il punto d'onore. Sui sessantacinque anni; capelli, baffi e pizzo grigi.
Donna Leonora: figlia del marchese, 20 anni, ragazza dolce e appassionata.
Don Carlo: fratello di Leonora, giovane ardente di 22 anni. Animato dalla sete di vendicare l'onore offeso della sua casa; affronta tenacemente ogni difficoltà e sprezza ogni pericolo pur di giungere al suo scopo.
Don Alvaro: indio di regale stirpe, di anima ardente, indomita e sempre generosa, ha circa 25 anni.
Padre guardiano: uomo di evangelica mansuetudine e di fede incrollabile. Ha circa 70 anni, candidi la barba e i capelli.
Fra Melitone: frate laico, buontempone e iracondo. Ha circa 40 anni.
Preziosilla: giovane zingarella, sveglia, spiritosa e civetta; ha circa 20 anni.
Curra: giovane ragazza sui 25 anni; spensierata, desiderosa di viaggiare, e che anche per questo favorisce gli amori di don Alvaro con la sua signora.
Alcalde: uomo di circa 50 anni, che appartiene alla tribù degli importanti.
Trabucco: tipo originale, spiritoso, franco e permaloso.
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