05 Aprile 2024
Non ci sono più dati ufficiali, ma è allarme per Radio 1 Rai. I giornalisti del primo canale radiofonico della Rai puntano tutti il dito contro il taglio “sovranista” e “leghista” di alcune trasmissioni, tanto da averla trasformata in una vera e propria "radio Lega". Il dato diffuso sull’ascolto radiofonico in Italia dimostra che il mezzo radiofonico è sempre più seguito dagli italiani: l’ascolto nel giorno medio è passato dai 33.809.000 del 2022 ai 36.343.000 del 2023 al netto degli ascolti delle radio Rai.
Come noto la Rai è uscita da RadioTer, contestando la metodologia di rilevazione. Già a giugno 2023 (ultimo dato disponibile per quanto riguarda l’azienda) le tre reti Rai perdevano ascolti. “Sarebbe stato utile capire come la nuova linea editoriale abbia influito sulla curva di gradimento degli italiani”, aveva scritto l’Usigrai lo scorso gennaio. “Ci domandiamo quali siano state le conseguenze sulla raccolta pubblicitaria nel 2023 e quale potrebbe essere il danno nel 2024. Nel centenario della Radio, che ricorre nel 2024, mentre il media cresce, l’azienda decide di isolarsi dal sistema: investimenti inadeguati, ritardi nello sviluppo della trasmissione digitale, il forte sbilanciamento editoriale messo in campo nell’ultimo anno, rendono urgente si riunisca di nuovo il tavolo di confronto sindacale tra Azienda, Usigrai e cdr, che si occupi in concreto del futuro della Radio”.
Per quanto riguarda Radio 1 sono da tempo nel mirino trasmissioni come “Ping Pong” con Annalisa Chirico e “Il Rosso e il Nero” con Francesco Storace e Wladimir Luxuria. C’è stata poi una migrazione di conduttori da Isoradio (dell’era Mariangela Mariella) a Radio 1, come nel caso di Monica Setta e Igor Righetti. Un'altra migrazione è in arrivo, ma stavolta saranno i conduttori approdati al canale di Pionati ad abbandonare la nave per altri lidi. C'è già la fila davanti alla porta del futuro amministratore di viale Mazzini Giampaolo Rossi.
Tra le prossime nomine una grossa partita si giocherà proprio sulla radio. Con il possibile ritorno di Roberto Sergio come direttore di tutta la radiofonia e a cascata le novità in arrivo per le singole direzioni scendendo fino ai capi e capetti giudicati troppo filo Lega. Anche Radio 2 non se la passa troppo bene, mentre resiste e mantiene ascoltatori fedeli solo Radio 3 (guidata da Andrea Montanari), anche grazie a programmi di successo come “Voci in barcaccia”, che stanno dando visibilità a talenti emergenti del mondo della musica lirica.
Insomma, ai piani alti di viale Mazzini c'è già chi prevede una cura da cavallo per la radiofonia "da rimettere in carreggiata" con l'arrivo della nuova gestione Rossi.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia