Sabato, 06 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Massimo Giletti e Silvio Berlusconi, Non è l’Arena chiusa prima delle puntate sul Cav e i presunti rapporti con la mafia

Non sembra placarsi la polemica in merito alla chiusura del programma Non è l’Arena di Massimo Giletti. Il conduttore stava organizzando una puntata sui presunti incontri fra Silvio Berlusconi e il boss Giuseppe Graviano

04 Maggio 2023

Massimo Giletti e Silvio Berlusconi, Non è l’Arena chiusa prima delle puntate sul Cav e i presunti rapporti con la mafia

Massimo Giletti, fonte: Imagoeconomica

Fa ancora discutere la cancellazione del programma Non è l’Arena, condotto da Massimo Giletti. Proprio qualche giorno prima dell’annuncio, il conduttore aveva confidato a Marco Lillo, vicedirettore de Il Fatto Quotidiano che la sua trasmissione - in onda una volta a settimana su La7 - si sarebbe occupata dei presunti rapporti fra Silvio Berlusconi, Marcello dell’Utri e Cosa Nostra. In particolare si parla di una misteriosa foto che ritrarrebbe il numero uno di Forza Italia con i fratelli Graviano.

Massimo Giletti e Silvio Berlusconi, il racconto del vicedirettore del Fatto Quotidiano

A raccontarlo è stato proprio il numero due del Fatto Quotidiano, invitato dal collega al programma di Giletti in qualità di opinionista ed esperto dell’argomento. Il 12 aprile Giletti avrebbe mandato un messaggio a Lillo, il giorno dopo il programma Non è l’Arena è stato ufficialmente cancellato da La7. Sotto la lente della giustizia adesso è tornata - a distanza di ben trent’anni - l’indagine dei Pubblici Ministeri di Firenze sulle stragi del 1993 e su quella mancata dell’anno successivo.

Il pentito e collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza avrebbe confessato che Giuseppe Graviano, pericolosissimo boss della Mafia siciliana, che aveva trovato un accordo con Berlusconi e dell’Utri per sistemare definitivamente i suoi problemi giudiziari.

La versione del boss non combacia

Graviano è stato interrogato prima nel 2020 e poi nell’anno successivo. L’uomo ha ammesso di aver parlato di Berlusconi soltanto in riferimento ad alcuni investimenti del nonno e per le leggi sul 41-bis. Quando i pm di Firenze gli chiesero se Berlusconi fosse il mandante delle stragi del 1993, Graviano rispose di non saperlo. Una versione molto diversa con quella riportata nell’informativa della Dia. "Graviano - si legge nei documenti - ha inteso ‘coprire’ Berlusconi, non lo ha voluto tradire raccontando tutto quello che sa, sia nei rapporti con suo nonno e suo cugino, sia in rapporti ulteriori e diversi di cui Berlusconi era attore, ma che non ha voluto specificare".

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x