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Rai, c'è Palazzo Chigi dietro lo stop alla Berlinguer

08 Maggio 2022

mario draghi

Crescono le indiscrezioni sul possibile stop dalla prossima stagione televisiva di #Cartabianca, il programma di Bianca Berlinguer in onda su Rai3, nel mirino della politica in queste settimane per aver dato voce alla giornalista russa Nadana Fridrikhson, che lavora per una tv del ministero della Difesa di Mosca, e per il contratto al professor Alessandro Orsini, che ora partecipa gratuitamente al talk. Voci che provocano le prime reazioni politiche. "Giu' le mani - afferma il leader M5S Giuseppe Conte -. Perche' ospitato Orsini? Guardate in che clima stiamo vivendo...Questa guerra sta portando un clima di censura. Io sono stato accusato di essere filoputiniano, negazionista, contro l'atlantismo...". L'ex premier difende anche il direttore del Tg2, Gennaro Sangiuliano, critico per essere intervenuto alla assemblea programmatica di FdI. "Qualcuno ha pensato di comminargli delle sanzione - afferma -. Il M5s, pur avendo idee diverse, dice giu' le mani dal Tg2, non accettareamo censure". "Conte vuole decidere direttori e conduttori Rai? A che titolo? Basta, i tempi della Rai gialloverde sono finiti e vanno definitivamente archiviati - risponde il deputato di Italia Viva, Michele Anzaldi. Basta con i diktat di Casalino e con il servizio pubblico asservito al Movimento 5 stelle che abbiamo visto negli ultimi anni".
Di sicuro l'ad Carlo Fuortes (dal suo inner circle a quanto siamo in grado di rivelare fanno sapere che il numero uno di viale Mazzini non ha alcuna intenzione di dimettersi) vuole mettere mano all'informazione Rai. "Penso che il format talk show in un'azienda che fa servizio pubblico non sia il format ideale. Negli ultimi decenni c'e' stato abuso di questo format, molto adatto all'intrattenimento su temi leggeri". "L'idea di nominare giornalisti, operatori, intellettuali, vibrazioni a improvvisare su qualsiasi tema non puo' essere un buon servizio pubblico. E' l'opposto di quello che ha fatto la Rai per lunghissimo tempo, facendo un ottimo servizio pubblico. Dobbiamo concentrarci su quali format sono adeguati all'informazione e quali all'intrattenimento. Su questo ci sara' la massima attenzione sui prossimi palinsesti, anche in discontinuita' con il passato".


Ma che ne sarà di Bianca Berlinguer se non dovesse più condurre Cartabianca (al suo posto la Rai vuole mettere Zanchini, anche d'inverno)? Potrebbe finire su RaiUno il lunedì sera in seconda serata per condurre Sette storie. Ma sarebbe un promoveatur ut amoveatur. Per questo a viale Mazzini si dice che in realtà si tratterebbe di un "parcheggio" in attesa tra un anno di poter prendere il posto di Bruno Vespa se il contratto di quest'ultimo non verrà rinnovato. Da tempo di rincorrono voci di un possibile approdo di quest'ultimo a Mediaset.
Altra ipotesi per la Berlinguer è quella di una striscia pomeridiana su Rai Tre, alle 18.30. Ma la conduttrice non accetterebbe se non mantenendo anche la conduzione di Cartabianca. Insomma, la situazione è quanto mai ingarbugliata anche perché dietro allo stop alla Bianca nazionale c'è Mario Draghi. È palazzo Chigi ad aver posto il veto nell'incontro avuto nei giorni scorsi con Fuortes: "Solo in Italia si sentono dire certe cose in televisione" il refrain dei fedelissimi del Premier. Ed è proprio per questo, subodorando la "longa manus" del governo, che Conte ha subito preso posizione.

Intanto salta il talk su Rai due del giovedì sera inizialmente previsto per la prossima stagione. Il centrodestra ci puntava molto: c'è da fare la campagna elettorale per le politiche. Al suo posto ci sarà un programma condotto da Ilaria D'Amico sulla falsariga di "Nemo". Così la coalizione si troverà scoperta sul fronte "campagna elettorale", dato che non ci sarà nemmeno più Anni Venti. Il centrosinistra invece viaggia a gonfie vele con Agorà su RaiTre e la striscia di Damilano che andrà a in sovrapposizione a Post. Ovviamente non può trattarsi di un caso, spiegano big della colazione di centrodesta, che speravano di avere un talk il giovedì sera su Raidue in prima serata per "fare" la campagna elettorale.

Altre grane in arrivo per Fuortes: al settimo piano di viale Mazzini fanno sapere che il progetto dei generi e' in grave affanno. I direttori cercano di accaparrarsi più "risorse" possibili di Raiuno, Raidue, Raitre. Insomma, c'è la corsa all'accampamento di spazi e programmi tv. Ma tutti hanno a che fare con un budget centralizzato e al ribasso. Per questo c'è malumori e preoccupazione ai piani alti di viale Mazzini.

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