09 Dicembre 2021
Enrico Job con la moglie Lina Wertmüller fonte: Facebook @Capri, Hollywood
Poco noto al grande pubblico ma ampiamente riconosciuto per il suo talento artistico nel mondo nel cinema e del teatro, ecco chi è, o meglio chi era Enrico Job marito di Lina Wertmüller. Figura eclettica nel mondo dell'arte, nel corso della sua carriera Job lavorò principalmente come scenografo, compiendo tuttavia alcune incursioni nella pittura e della scrittura.
Nato a Napoli nel 1934, dove il padre veneto si era trasferito a causa delle leggi razziali, Enrico Job dimostrò fin dalla giovinezza una forte passione per l'arte e per il disegno, tanto da indurre la famiglia a iscriverlo all'Accademia di Brera. Nella Milano degli anni '60 però il mestiere di pittore non poteva fruttare molto a un giovane ragazzo, e fu così pertanto che Job decise di spostarsi verso la scenografia, collaborando per alcuni anni con lo scenografo e costumista Luciano Damiani. Il suo esordio ufficiale fu nel 1962, quando firmò i costumi dell'opera Semiramide diretta da Margherita Wallmann al Teatro alla Scala.
In seguito Job collaborò con due mostri sacri del teatro italiano come Giorgio Strehler e Luca Ronconi. Grazie a questi ultimi poté esprimere il suo talento in spettacoli come Galileo e Il gioco dei potenti, I giganti della montagna e il Riccardo III, dove recitava tra gli altri anche Vittorio Gassman. In quegli anni ebbe però inizio anche il sodalizio, artistico e sentimentale, con la regista romana Lina Wertmüller, per la quale produsse scenografie sia per il cinema che per l'opera e la prosa teatrale. Sono di Job ad esempio le ambientazioni della pellicola "Pasqualino Settebellezze", candidata a quattro premi Oscar, così come di "Sabato, domenica e lunedì" o di "Film d’amore e d’anarchia". Il debutto di Job al cinema avvenne però nel 1966 con il film Spara forte, più forte... non capisco, diretto da Eduardo De Filippo.
Enrico Job non fu però soltanto scenografo. Nel corso della sua lunga carriera ebbe infatti modo di dedicarsi anche alla cosiddetta arte comportamentale con le opere Autoritratto» (1971), Il mappacorpo (1974), La confessione (1975), La conversazione e Until (1976), esponendo persino alla Biennale di Venezia. È nota inoltre la sua attività di scrittore, che lo ha visto dare alla luce tre romanzi nell'arco di vent'anni: La palazzina di villeggiatura (1985), Il pittore felice (1995) e Il cavallo a dondolo (2006). Enrico Job è morto il 4 marzo del 2008, stroncato da una leucemia fulminante all'età di 74 anni.
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