30 Gennaio 2025
Holly Pardue e la diagnosi di tumore alla cervice - foto: kennedynewsandmedia
Holly Pardue, 31 anni, di Milton Keynes nel Regno Unito, ha dovuto lottare per ottenere una diagnosi corretta dopo che i medici avevano attribuito i suoi sintomi a stress e squilibri ormonali. Ciò che inizialmente sembrava un disturbo passeggero si è rivelato un tumore alla cervice in stadio avanzato, un errore di valutazione che avrebbe potuto costarle la vita.
Dopo la nascita del suo terzo figlio, nel gennaio 2023, Holly ha iniziato ad accusare perdite di sangue anomale. Consultato il medico di base, le era stato consigliato di assumere contraccettivi e di riposarsi, senza ulteriori indagini. "Mi hanno detto che era solo stress, che avrei dovuto dormire di più e fare passeggiate. Ma sentivo che c'era qualcosa di più grave", ha raccontato la donna.
Determinata a capire la causa dei suoi sintomi, Holly ha insistito per un ulteriore Pap test, nonostante l’ultimo eseguito fosse risultato negativo. L’esame ha portato alla scoperta di cellule anomale, ma la situazione era più seria del previsto: ulteriori test hanno confermato che il tumore era già al terzo stadio e si era diffuso ai linfonodi del bacino e delle anche.
La diagnosi definitiva è arrivata nel luglio 2024, portandola ad affrontare un ciclo intensivo di chemioterapia, radioterapia e brachiterapia. Le cure si sono concluse ad ottobre e ora dovrà attendere fino a marzo per scoprire se il trattamento è stato efficace.
Holly ha deciso di condividere la sua esperienza sui social per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione e dell’ascolto dei segnali del proprio corpo. "Ho dovuto insistere per avere un Pap test e oggi so che se avessi aspettato il prossimo controllo programmato, il tumore sarebbe stato ancora più avanzato", ha sottolineato.
Il tumore della cervice è una delle forme di cancro più comuni tra le donne nel Regno Unito, con circa 3.300 nuovi casi diagnosticati ogni anno. Sebbene il Pap test e il vaccino contro il papilloma virus (HPV) siano strumenti efficaci per la prevenzione, la partecipazione ai programmi di screening resta inferiore alle aspettative. Attualmente, solo il 70% delle donne si sottopone regolarmente ai controlli, un dato che il sistema sanitario britannico spera di migliorare per ridurre drasticamente i casi entro il 2040.
L’esperienza di Holly mette in luce un problema diffuso: la sottovalutazione di sintomi che possono essere segnali di patologie gravi. La sua storia diventa così un monito per tutte le donne a non ignorare i campanelli d’allarme e a richiedere sempre approfondimenti diagnostici quando si sospetta che qualcosa non vada.
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