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Cancro, allarme Ema: "Immunoterapia con car-T provoca tumori maligni secondari", ma in Ue già in commercio 6 prodotti per leucemia, linfomi e mieloma

Si tratta di immunoterapie personalizzate basate sui linfociti T del paziente, che vengono prelevati, riprogrammati per attaccare il tumore e quindi reinfusi. Tuttavia da un recente studio, si è scoperto che possono causare tumori secondari

18 Giugno 2024

Cancro, allarme Ema: "Immunoterapia con car-T provoca tumori maligni secondari", ma in Ue sono già in commercio 6 prodotti per leucemia, linfomi e mieloma

Nel gennaio 2024 l'Agenzia europea del farmaco, Ema, aveva annunciato di aver avviato una revisione sulla sicurezza delle Car-T anticancro, immunoterapie personalizzate basate sui linfociti T del paziente che vengono prelevati, riprogrammati per attaccare il tumore e quindi reinfusi. Ora la stessa agenzia rende note le conclusioni di quell'indagine. Dall'analisi dei dati è stato identificato un "rischio di tumori maligni secondari di origine dalle cellule T", dunque ora è necessario monitorare a vita i pazienti a cui quelle immunoterapie sono state somministrate.

In Unione Europea 6 prodotti Car-T sono approvati nell'Unione Europea e dunque vengono già usati per trattare alcuni tumori del sangue come la leucemia a cellule B, alcuni tipi di linfoma e mieloma multiplo.

Cancro, allarme Ema: "Immunoterapia con car-T provoca tumori maligni secondari"

A dare questo annuncio piuttosto drammatico è l'Ema in una nota, riportando l'esito della riunione del Comitato per la farmacovigilanza e la sicurezza Prac ed evidenziando la necessità di uno stretto monitoraggio delle persone trattate, a causa del rischio di tumori secondari rilevato.

"Il Prac - si legge nella nota - ha concluso che tumori maligni secondari di origine dalle cellule T (un nuovo cancro, diverso dal precedente, che inizia in un tipo di globuli bianchi del sistema immunitario chiamati cellule T) possono verificarsi dopo il trattamento" con Car-T.

"Il comitato ha valutato i dati su 38 casi di tumori maligni secondari di origine da cellule T, tra cui linfoma e leucemia a cellule T, segnalati tra circa 42.500 pazienti che sono stati trattati con medicinali a base di cellule Car-T. I campioni di tessuto sono stati analizzati nella metà dei casi, rivelando la presenza del costrutto Car in 7 casi. Ciò suggerisce che il medicinale a base di cellule Car-T è stato coinvolto nello sviluppo della malattia". Le neoplasie secondarie di origine dalle cellule T sono state segnalate "entro settimane e fino a diversi anni dopo" la somministrazione dei medicinali in questione. I pazienti trattati con questi medicinali devono dunque "essere monitorati per tutta la vita per eventuali nuove neoplasie", conclude l'Ema.

Oggi ben 6 prodotti Car-T sono approvati nell'Unione Europea e sono usati per trattare i tumori del sangue come la leucemia a cellule B, il linfoma a cellule B, il linfoma follicolare, il mieloma multiplo e il linfoma mantellare in pazienti il ​​cui cancro è ricomparso (recidivo) o ha smesso di rispondere al trattamento precedente (refrattario).

"Sin dall'approvazione, le informazioni sul prodotto hanno avvisato che i pazienti trattati con questi prodotti potrebbero sviluppare tumori maligni secondari - ricorda l'Ema -. Le informazioni sul prodotto e i piani di gestione del rischio verranno aggiornati per includere le nuove informazioni relative ai tumori maligni secondari di origine dalle cellule T".

Tuttavia proprio questa dichiarazione ha scatenato le polemiche. Molti utenti, infatti, si chiedono per quale motivo vengano somministrati ai pazienti che devono curarsi per il cancro, dei medicinali che potrebbero produrre tumori secondari. In molto, proprio in queste ore, stanno ricordando anche quanto accaduto con i vaccini Covid che, secondo numerosi medici, sono stati messi in commercio "dopo un tempo troppo breve di sperimentazione" (che corrisponderebbe a pochi mesi anziché anni), senza dunque avere la certezza necessaria in merito all'assenza di effetti avversi. Secondo fonti raccolte dal Giornale d'Italia "potrebbero essere stati eseguiti test limitati in termini soprattutto temporali". Le neoplasie secondarie di origine dalle cellule T sono state segnalate "entro settimane e fino a diversi anni dopo" la somministrazione dei medicinali in questione. Proprio per questo gli studi per chemioterapici durano solitamente periodi di tempo molto lunghi, anche fino a 12 anni e oltre, prima della approvazione e dell'immissione in commercio.

Per quanto riguarda le reazioni avverse al vaccino Covid a mRNA, solo dagli studi effettuati dopo le vaccinazioni di massa è emersa la correlazione tra i sieri e alcune patologie anche gravi come trombosi, miocardite, pericardite, infarti, ictus, turbo-cancro, in particolare a ovaie, prostata, polmoni, fegato, pancreas, seno, leucemia, cancro orofaringeo. Secondo una delle ultime ricerche della Flinders University in Australia, la trombosi che potrebbe provocare anche morti improvvise, sarebbe una reazione avversa dovuta non solo alla proteina Spike, ma anche all'adenovirus inserito nel siero come vettore.

In arrivo una comunicazione diretta agli operatori sanitari (Dhpc) per Abecma, Breyanzi*, Carvykti, Kymriah, Tecartus e Yescarta. Il testo sarà inoltrato al Comitato per i medicinali ad uso umano Chmp dell'Ema e, una volta adottato, sarà diffuso dalle aziende produttrici agli operatori sanitari e pubblicato online.

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