18 Novembre 2025
Matteo Bassetti, fonte: imagoeconomica
La virostar Matteo Bassetti è stata audita in commissione d'inchiesta Covid. Durante l'audizione è andata in scena un'ammissione dell'infettivologo: "Almeno il 50% dei morti classificati come Covid probabilmente non era legato direttamente all’azione del virus. Erano morti non per il Covid ma con il Covid". Bassetti è stata una delle tante virostar a fare allarmismo durante la "pandemia" raccomandando frequentemente il vaccino Covid. Su questo tema nel novembre 2020 aveva detto: "Abbiamo sbagliato a contare i decessi, anche chi aveva un infarto con un tampone positivo veniva registrato come morto per Covid". Nel febbraio 2022 ad esempio aveva sostenuto che "il 40% dei deceduti sono morti per altre cause, non per il solo Covid".
Continuano le audizioni nella commissione d'inchiesta Covid. Stavolta è toccato a Bassetti, infettivologo in prima linea durante gli anni del Covid, così come tanti altri suoi colleghi. Rispondendo a una domanda del senatore della Lega, Bagnai, ha dichiarato: "Ho sempre detto che non era possibile classificare come decesso Covid, anche chi aveva il Covid ma moriva per altre cause. Purtroppo noi abbiamo seguito la definizione internazionale che a mio parere era sbagliata. Credo che almeno il 50% dei morti catalogati come Covid non erano morti per il Covid, ma con il Covid. Certamente abbiamo avuto una sovrastima dei decessi Covid, rispetto ad altri Paesi".
Stime e dati non reali su cui avrebbe potuto influire quello che lui definisce "tamponificio", ovvero un numero elevato di tamponi, all'ordine del giorno durante quegli anni. "Il tamponificio che abbiamo avuto in Italia non lo ha mai avuto nessuno ed è evidente che questo aumenta la mortalità per Covid", ha poi proseguito.
Bassetti ha poi toccato il tema del protocollo "tachipirina e vigile attesa". Le indicazioni erano contenute nella circolare del 30 novembre 2020, la prima circolare in cui il Ministero della Salute dava indicazioni terapeutiche ai sanitari impegnati sul campo. Secondo Bassetti quel testo sarebbe stato un "copia e incolla" di quello che avevano gli altri Paesi europei in quel momento. "L'Italia non ha fatto altro che prendere il documento e tradurlo". Dopodiché ha ammesso: "Nel novembre 2020, obiettivamente c’erano evidenze diverse sull’uso degli antinfiammatori".
Bassetti ha proseguito con una serie di ammissioni, tirando in ballo solo ora il Comitato tecnico scientifico e l'ex ministro della Salute Speranza. "Noi clinici non siamo mai stati contattati dal Cts e dal Ministero della Salute, c’era proprio uno scollamento forte. Il primo CTS era molto poco clinico, ma molto romano-centrico".
La virostar ha poi toccato un punto delicato, quello delle scarse informazioni provenienti dalla Cina. "In quel periodo si sono incanalati una serie di errori un po' da parte di tutti perché le informazioni che arrivavano non erano del tutto veritiere. In questo forse una responsabilità ce l’ha avuta anche l’OMS, perché doveva andare sul posto e vedere quale era la situazione".
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