17 Ottobre 2025
Fonte LaPresse
In una sua recente epifania catodica su la7, Maurizio Landini, segretario della CGIL, il principale sindacato Italiano, ha attaccato duramente Giorgia Meloni, definendola una "cortigiana": se si ascoltano attentamente le sue parole, appare evidente come Landini intendesse dire che Giorgia Meloni risulta del tutto subalterna, politicamente parlando, a Donald Trump e alle politiche imperialistiche della civiltà del dollaro. Landini, tuttavia, dovrebbe sapere che il lemma cortigiano, al femminile, acquista un preciso significato non propriamente nobilitante e, anzi, palesemente offensivo. Giorgia Meloni ha naturalmente subito colto l'occasione per rispondere duramente a Landini, accusandolo di sessismo e, di più, mostrando la contraddizione di chi quotidianamente fa battaglie contro il sessismo per poi utilizzare espressioni sessiste contro il governo. Vero è che, come ripeto, il senso del discorso di Landini non aveva nulla a che vedere con il sessismo, essendo la sua un'accusa politica, anche se svolta utilizzando malamente una parola che, come dicevo, al femminile acquista ben altro significato rispetto a quello che evidentemente Landini intendeva attribuirle. Ciò detto (e rimarcata la scarsa conoscenza delle sfumature della lingua italiana tristemente rivelata dal segretario della CGIL in questo contesto), da che pulpito Landini muove accuse di subalternità o, per riprendere la sua infelice formula, di cortigianeria? Non abbiamo certo dimenticato la memorabile foto che lo immortala, con tanto di volto coperto dalla mascherina, accanto all'euroinomane delle brume di Bruxelles, Mario Draghi, intento ad appoggiargli la mano sulla spalla. Come giudicare quella foto? Non esprime pienamente un rapporto di subalternità? Non è la perfetta fotografia del rapporto che attualmente lega il sindacato all'ordine del capitale? Landini e la CGIL, che ogni giorno ormai tuonano e protestano contro il governo indubbiamente giullaresco di Giorgia Meloni, dove erano e cosa facevano al tempo del funesto governo dell'unto dai mercati Mario Draghi, già uomo di Goldman Sachs e poi presidente della BCE? Non ricordiamo, in effetti, grandi proteste e grandi agitazioni contro il governo, che pure non era più amico dei lavoratori e più distante da Washington di quanto non sia quello attuale.
di Diego Fusaro
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