Caso Almasri, negata autorizzazione a procedere a processo per Nordio, Piantedosi e Mantovano, Pittalis (FI): "Agirono per interessi Italia"

La maggioranza salva i tre esponenti del governo: “Agirono per interesse pubblico”. Opposizioni indignate: “Grave colpo al diritto internazionale”

La Camera ha ufficialmente negato l'autorizzazione a procedere al processo penale nei confronti del ministro della Giustizia Carlo Nordio, del ministro degli Interni Matteo Piantedosi e del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano in relazione al caso Almasri. I tre sono stati salvati con uno scarto di oltre 100 preferenze, segno di una maggioranza che ha votato compatta per il no. Il relatore di maggioranza Pietro Pittalis, di Forza Italia, ha comunicato: "I tre non sono stati incriminati in quanto agirono per gli interessi dell'Italia".

Caso Almasri, negata autorizzazione a procedere a processo per Nordio, Piantedosi e Mantovano, Pittalis (FI): "Agirono per interessi Italia"

Con tre votazioni a scrutinio segreto, la Camera dei deputati ha negato l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro della Giustizia Carlo Nordio, del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano per la vicenda del rimpatrio in Libia del generale Njeem Osama Habish Almasri, ricercato dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità.

I risultati delle votazioni hanno confermato la linea della maggioranza di centrodestra: per Nordio 251 sì e 117 no (su 363 presenti), per Piantedosi 256 sì e 106 no, per Mantovano 252 sì e 112 no (su 366 presenti). A favore si sono espressi Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati; contrari Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi-Sinistra e Azione.

Il relatore di maggioranza Pietro Pittalis (Forza Italia) ha sostenuto che i tre membri del governo abbiano agito “nell’esercizio delle proprie funzioni istituzionali” e “per un preminente interesse pubblico”, proponendo di estendere il diniego anche alla capo di gabinetto del Ministero della Giustizia, Giusi Bartolozzi, definita “coindagata laica”.

Di parere opposto il relatore di minoranza Federico Gianassi (Pd), che ha definito la decisione “un pericolosissimo precedente” e “un segnale di cedimento dello Stato al ricatto di una milizia paramilitare libica”.

Dura anche la reazione delle opposizioni: Angelo Bonelli (Avs) ha parlato di “una pagina buia per la Repubblica”, accusando il governo di “delegittimare la Corte penale internazionale che indagava su un criminale responsabile di torture e stupri”.

Per la maggioranza, invece, il voto conferma la legittimità di una scelta “di prudenza e responsabilità istituzionale”. Con la decisione del 9 ottobre, Montecitorio ha messo la parola fine alla richiesta della magistratura di Roma, blindando politicamente la posizione dei tre esponenti dell’esecutivo e chiudendo di fatto il caso Almasri.