09 Settembre 2025
Giusi Bartolozzi e Nordio Fonte: X @mgulivo7
Dopo vari esponenti del governo Meloni, anche la capo di gabinetto del ministero della Giustizia, Giusi Bartolozzi, finisce al centro dell’inchiesta sul caso Almasri. La funzionaria, che lavora a stretto contatto con il Guardasigilli Carlo Nordio, è stata infatti iscritta nel registro degli indagati. Al centro delle contestazioni, il presunto ruolo svolto nella vicenda che ha portato al rimpatrio in Libia del torturatore arrestato in Italia lo scorso gennaio. La procura le contesta il reato di false dichiarazioni ai magistrati, punibile fino a 4 anni di reclusione.
Secondo quanto emerge dagli atti, Bartolozzi è stata sentita dal Tribunale dei ministri, davanti al quale ha riferito di “aver avuto notizia dell’arresto nella tarda mattinata di domenica 19, su Signal, da parte del capo della polizia. E di aver informato il ministro”. La capo di gabinetto ha poi confermato di aver partecipato a una riunione il giorno stesso, definita “riservatissima”, precisando che le era “stato chiesto di mantenere l’assoluto riserbo” e di non aver quindi informato neppure i suoi funzionari. Tuttavia, come si legge nelle carte, queste “dichiarazioni risultano smentite”.
I magistrati parlano di una versione “da ritenersi sotto diversi profili inattendibile, anzi mendace”. Bartolozzi ha sostenuto di avere contatti costanti con Nordio – “quaranta volte al giorno, sempre, ogni cosa che arriva...io quando ricevo gli atti glieli mando” – ma avrebbe omesso di trasmettere la bozza elaborata dall’Ufficio tecnico, documento considerato decisivo per il mantenimento in carcere di Almasri. Una scelta giustificata dalla stessa capo di gabinetto con la frase: “Non l’ho ritenuto opportuno”. Per i giudici del Tribunale dei ministri, invece, “è logicamente insostenibile che lei si sia arrogata il diritto di sottrarre al ministro” un elemento così rilevante.
Il reato ipotizzato è quello previsto dall’articolo 371 bis del Codice penale, che punisce "chiunque, nel corso di un procedimento penale, richiesto dal pubblico ministero o dal procuratore della Corte penale internazionale di fornire informazioni ai fini delle indagini, rende dichiarazioni false ovvero tace, in tutto o in parte, ciò che sa intorno ai fatti sui quali viene sentito".
In base alle testimonianze e agli atti acquisiti, Bartolozzi avrebbe avuto un ruolo di primo piano nella gestione del dossier nato con l’invio, da parte dell’Aja, del mandato di arresto per Almasri, e nei successivi passaggi di comunicazioni interne al ministero, intercorsi tra il 19 gennaio – giorno della cattura del generale libico – e il 21, data del suo rimpatrio.
Intanto, alla Camera dei deputati resta pendente la richiesta del Tribunale dei ministri di autorizzazione a procedere nei confronti del sottosegretario Alfredo Mantovano, del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e dello stesso Guardasigilli Nordio, anch’essi coinvolti nella vicenda.
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