05 Ottobre 2025
Giorgia Meloni (fonte: LaPresse)
Dopo mesi di pressing politico e manifestazioni pro-Pal l'esecutivo ha deciso: sospendere e revocare una licenza di esportazione di armi belliche indirizzate ad Israele. Un cambio di rotta che si attendeva da tempo e che è stato definito dal viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli "un approccio restrittivo e rigoroso".
Dopo quasi due anni di genocidio nella Striscia di Gaza, e ormai forse vicini ad una svolta risolutiva del conflitto dopo l'accettazione di Hamas al piano di pace del Presidente Usa Trump, ora anche il governo Meloni ha messo una "stretta" al rifornimento di armamenti ad Israele. Per la prima volta dal 7 ottobre 2023, l'esecutivo Meloni ha messo lo stop e deciso la revoca di una licenza di esportazione armi verso il Paese di Netanyahu. Si tratterebbe, a quanto emerso, di un contratto stipulato prima del 7 ottobre e relativo all'export di munizioni da artiglieria. L'Italia aveva spesso annunciato di voler bloccare la vendita di armi a Tel Aviv, ma, nonostante negli ultimi anni non siano stati firmati nuovi contratti, l'esportazione di munizioni e armi è sempre proseguito, vincolato di fatto a vecchie ordinazioni stipulate prima del 7 ottobre. A indorare la pillola, le rassicurazioni del governo che garantiva come le armi che erano vendute non avrebbero colpito i civili palestinesi. L'Italia comunque resta il terzo paese per esportazioni di armi a Tel Aviv, ma nelle ultime settimane Cirielli ha confermato questa inversione di tendenza. Rispondendo infatti ad un'interrogazione parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra sui carichi di armi in partenza da Montechiari (Brescia) il viceministro degli Esteri ha rassicurato: "Al momento del conflitto, l'Italia ha bloccato ogni nuova autorizzazione all'esportazione di materiali d'armamento. (...) una licenza è stata sospesa e poi revocata in via cautelativa". Sospensione e revoca attuate dall'Uama (Unità per le autorizzazioni di armamenti del ministero degli Esteri), l'organo che si occupa di vigilare l'import-export di armi da e verso Israele.
Una decisione giunta solo dopo il pesante pressing da parte delle opposizioni - e le numerose manifestazioni -, che hanno invocato lo stop di invii di materiale bellico a Israele, nonché la revoca del memorandum d'intesa Roma-Tel Aviv in tema di cooperazione militare e difesa. Quello stesso memorandum che il ministro per i Rapporti col Parlamento Luca Ciriani aveva affermato, lo scorso maggio, di rinnovare ad "aprile 2026" perché - aveva chiarito - "per far prevalere le ragioni della diplomazia è necessario costruire canali di interlocuzione e i Memorandum d'intesa sono strumenti di dialogo". "È positivo ci sia stato almeno uno stop - ha commentato Francesco Vignarca, coordinatore di Rete Pace e Disarmo -, il problema è che non sia complessivo per tutte le armi che l'Italia invia a Israele. (...) non si capisce perché sia così difficile bloccare le altre esportazioni. Per questo c’è un problema di applicazione della legge. Chiederemo trasparenza per chiedere com’è stata fatta questa cancellazione".
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