23 Settembre 2025
Matteo Salvini
Dopo le manifestazioni pro-Gaza del 22 settembre, degenerate in blocchi stradali, occupazioni e tensioni con le forze dell'ordine, il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha annunciato una proposta destinata a sollevare un acceso dibattito politico e giuridico: "Impediremo che si ripeta e chiederemo una cauzione preventiva a chi organizza cortei e manifestazioni. In caso di danni, pagheranno di tasca loro". Il leader della Lega ha parlato apertamente di "criminali, teppisti e delinquenti" in riferimento a chi ha assaltato stazioni e bloccato porti, sottolineando come "sono lavoratori anche gli italiani rimasti a piedi, e le decine di poliziotti feriti". Sarebbero 5 gli arrestati dopo la manifestazione di ieri a Milano.
L’idea di Salvini è quella di introdurre una cauzione preventiva a carico degli organizzatori di cortei, da versare prima dello svolgimento della manifestazione. Una misura che, nelle intenzioni, servirebbe a tutelare le forze dell’ordine e i cittadini, scoraggiando al contempo iniziative ritenute potenzialmente pericolose. Una novità assoluta per l’Italia, che però apre un fronte complesso sia sul piano giuridico che su quello costituzionale.
Attualmente, infatti, l’articolo 17 della Costituzione sancisce la libertà di riunione pacifica, prevedendo l’obbligo di preavviso alle autorità, ma non impone alcun onere economico preventivo. Gli organizzatori devono attenersi alle prescrizioni della Questura, mentre le responsabilità per eventuali violenze o danni ricadono sui singoli autori identificati. La cauzione, dunque, introdurrebbe un vincolo ulteriore che potrebbe tradursi in un ostacolo concreto all’esercizio del diritto a manifestare.
Gli interrogativi non mancano: chi dovrebbe materialmente versare la cauzione? Come si stabilirebbe l’importo e in base a quali criteri? Quali sarebbero i casi di esenzione, ad esempio per sindacati o associazioni no profit? E ancora: come evitare che la misura si trasformi in una barriera economica discriminatoria?
Per rendere la proposta effettivamente applicabile servirebbe un disegno di legge, con l’iter parlamentare e i controlli di legittimità costituzionale. In particolare, la Corte Costituzionale potrebbe essere chiamata a valutare la compatibilità con gli articoli 17, 21 e 3 della Carta. A oggi, le uniche misure che prevedono garanzie economiche preventive riguardano singoli soggetti ritenuti socialmente pericolosi, non organizzazioni regolari di eventi pubblici.
Sul piano europeo, inoltre, non risultano precedenti diretti: in Paesi come Slovenia o Belgio gli organizzatori possono essere chiamati a rimborsare i costi sostenuti dallo Stato per i servizi di sicurezza, ma si tratta di responsabilità postume, non di depositi cauzionali anticipati.
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