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Ius Scholae, FI tende la mano al Pd, ma propone lo “Ius Italiae”: “Cittadinanza italiana dopo 10 anni di scuola conclusi con profitto”

La Lega contraria, Rossano Sasso: “Proposta tecnicamente sbagliata e irricevibile”

03 Luglio 2025

Ius Scholae, FI tende la mano al Pd, ma propone lo “Ius Italiae”: “Cittadinanza italiana dopo 10 anni di scuola conclusi con profitto”

Tajani-Schlein Fonte: Ilsussidiario

Forza Italia apre al confronto sulla cittadinanza, con una proposta simile allo Ius Scholae del Pd: lo “Ius Italiae”. Il partito guidato da Antonio Tajani tende la mano al Partito Democratico e rilancia la cittadinanza italiana dopo 10 anni con un proficuo percorso scolastico. "Noi la nostra legge l'abbiamo già depositata", ribadisce il portavoce Raffaele Nevi, lasciando aperta la porta al dialogo parlamentare.

Ius Scholae, Forza Italia tende la mano al Pd, ma propone lo “Ius Italiae”: “Cittadinanza italiana dopo 10 anni di scuola conclusi con profitto”

Lo ha ben specificato Tajani. Noi abbiamo depositato la nostra legge. Certamente votiamo a favore della nostra legge. Quindi per farla passare occorre che la votino altri”, spiega Nevi, chiarendo che Forza Italia non intende spaccare la maggioranza, ma nemmeno rinunciare al proprio impianto normativo. “Se passa, passa con chi la vota. Noi la votiamo”.

Il vicepremier Antonio Tajani, da parte sua, spiega le differenze con lo Ius Scholae promosso dal Pd: “È il contrario. Noi abbiamo una proposta di legge che è lo Ius Italiae. Una parte è già diventata legge perché il governo ha preso la parte sullo Ius sanguinis, adesso abbiamo lo Ius Scholae. E la nostra proposta è diversa da quella del Pd. Noi diciamo: 10 anni di scuola con profitto, quindi è più restrittiva della situazione attuale. Noi vogliamo che la cittadinanza sia una cosa seria, quindi nessuna disponibilità al lassismo”.

Tajani sottolinea la disponibilità al confronto: “Noi abbiamo la nostra proposta. Siamo pronti a discuterla con tutti quanti. Il Parlamento è sovrano”. E chiarisce: “Non è che noi siamo pronti a votare con loro – è il Pd che deve votare la nostra proposta. Chiunque vuole votare la nostra proposta la voti”.

Sullo ius scholae riteniamo che si possa chiedere la cittadinanza italiana dopo 10 anni di scuola, conclusi con profitto. E vogliamo andare avanti in questa direzione, pronti a discutere con tutti”, aggiunge ancora Tajani, a margine dell’assemblea di Farmindustria. E sulla proposta dem: “Sia chiaro che la nostra proposta è molto differente da quella che era nel referendum, che parlava di cinque anni. Noi siamo assolutamente contrari, quello diventa un modo troppo lassista per concedere la cittadinanza. Per noi è una cosa seria”.

Il leader forzista insiste anche sul valore formativo dello Ius Italiae: “Crediamo che a questo milione di ragazzi che frequentano le nostri scuole debba essere data la possibilità, se lo vogliono, dopo aver studiato la storia, la geografia, la lingua, la costituzione, l’educazione civica, di poter diventare cittadini italiani. Questa proposta è molto più seria dell’attuale legge che dice dopo dieci anni puoi diventare un cittadino italiano”.

Ma la Lega frena bruscamente. “Tecnicamente chi fa una proposta del genere non conosce la realtà delle scuole. È una proposta tecnicamente sbagliata, irricevibile anche dal punto di vista politico”, afferma Rossano Sasso, capogruppo del Carroccio in commissione Cultura. E rincara: “L’integrazione non è un pezzo di carta, la cittadinanza va bene così com’è”. Per la vicesegretaria leghista Silvia Sardone, si tratta di una “boutade”, lontana dal sentimento popolare: “Chi fa questa proposta guardi l’esito del referendum della cittadinanza. Facciamo proposte su quello che gli italiani vogliono”.

Sul fronte opposto, la deputata dem Ouidad Bakkali, prima firmataria della proposta Pd, sollecita il confronto parlamentare: “Sulla cittadinanza noi abbiamo una proposta che riteniamo la migliore ma siamo pronti da domani a lavorare e confrontarci su tutto ciò che possa essere un miglioramento della legge attuale. Forza Italia calendarizzi subito il provvedimento e iniziamo a lavorare nelle commissioni sui testi, con le associazioni e tutte le realtà attive da anni”. E avverte: “Non accetteremo un dibattito strumentale, giochi politici nella maggioranza sulla pelle di bambini e ragazzi”.

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