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Conclave, resiste il nome di Parolin, ma è in forte ascesa l'americano Prevost: decisiva la quarta votazione - ESCLUSIVA

Manovre riservate, voci su presunti malori e un outsider che prende quota: così nei Sacri Palazzi si prepara l’elezione del successore di Francesco, con l’obiettivo di chiudere tutto entro giovedì pomeriggio

03 Maggio 2025

Conclave, il bergogliano e cardinale Usa Prevost tra i papabili come nuovo Papa per i bookmakers col 5% di possibilità, come anticipato dal GdI

Robert Francis Prevost, fonte: imagoeconomica

In Vaticano si gioca a carte coperte, ma le partite vere, quelle decisive, iniziano solamente qualche giorno prima del conclave. È in questi momenti che si misurano i pesi reali, si contano i voti fedeli e si prova a decifrare ciò che accade dietro i sorrisi e le strette di mano. In questi giorni, mentre l’opinione pubblica si interroga su chi guiderà la Chiesa cattolica dopo Francesco, nei sacri palazzi già si respira l’aria rarefatta delle grandi manovre. E il nome che circola più degli altri, quasi con insistenza sospetta, è quello del cardinale Pietro Parolin.

Segretario di Stato da oltre un decennio, Parolin è ritenuto da molti il naturale successore: preparato, diplomatico, uomo di equilibrio, con rapporti consolidati in ogni angolo della Curia. Ma proprio il suo profilo solido, quasi inevitabile, sta suscitando reazioni. Secondo fonti interne alla Congregazione per i Vescovi, sarebbero in atto movimenti per “bruciarlo” prima ancora che si aprano le porte della Cappella Sistina. Le voci su presunti malori – che fonti vicine a lui smentiscono con fermezza – non sarebbero casuali. Un segnale chiaro: il favorito fa paura.

Il vero snodo, secondo chi conosce le dinamiche conclavizie, sarà tra la terza e la quarta votazione. Le prime due serviranno a pesare le cordate e mandare messaggi. Parolin rischia di essere “testato” subito nella prima votazione con un’eventuale impennata o un voto più basso del previsto, esito che i suoi sostenitori temono. Ma se supererà indenne le prime tornate, il suo vantaggio potrebbe diventare definitivo.

C’è però un nome che inizia a emergere come possibile alternativa: quello dell’americano Robert Francis Prevost, prefetto del Dicastero per i Vescovi. Considerato un riformatore moderato, ben visto in America Latina e stimato negli ambienti bergogliani, Prevost non ha ancora una base solida ma piace a chi cerca un ponte tra continuità e rinnovamento. Un identikit che potrebbe attrarre voti in caso di stallo. Se non si riuscisse a chiudere su Parolin.

Quotazioni in ribasso, invece, per il cardinale Luis Antonio Tagle. Per anni indicato come possibile papabile, soprattutto nei media, il filippino non sembra avere più il sostegno interno necessario. Le sue ultime uscite e la posizione defilata nel governo vaticano hanno pesato. In molti, nei Sacri Palazzi, parlano di lui al passato.

Chi punta su Parolin sa che serve una maggioranza ampia ma discreta. Il voto utile potrebbe concentrarsi su di lui già entro la quarta votazione, evitando così una lunga fase di incertezza. Il rischio, però, è che troppi lo diano per scontato. E in Conclave, ciò che appare inevitabile prima del voto può diventare impensabile dopo la prima fumata nera.

Intanto, nei corridoi vaticani si incrociano sguardi e si moltiplicano incontri riservati. Ogni parola pesa, ogni gesto viene interpretato. È il rito silenzioso del Conclave che si prepara. Con un occhio fisso sul cielo della Sistina. E l’altro, attentissimo, sui conti della quarta votazione. 

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