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Decreto Albania bis, Shengjin e Gjader riconvertiti in Cpr dopo il flop: trasferimento immigrati irregolari con decreto di espulsione

I centri in Albania costati 800 milioni di euro serviranno per trasferire e ospitare immigrati giunti in Italia irregolarmente e che hanno già ricevuto un provvedimento di espulsione, convalidato dalla magistratura

28 Marzo 2025

Decreto Albania bis, Shengjin e Gjader riconvertiti in Cpr dopo il flop: trasferimento immigrati irregolari con decreto di espulsione

Gjader

Il decreto Albania bis vede la luce. Un decreto che certifica il flop dei centri in Albania in quanto prevede la riconversione di Shengjin e Gjader in Centri di permanenza e di rimpatrio per l'immigrazione irregolare. "Stiamo pensando ad una prossima riattivazione almeno per una componente delle funzioni di quel centro, che è già esistente: quella di centro per i rimpatri", aveva detto il ministro Piantedosi. In Cdm arriveranno anche novità sullo ius sanguinis, con una stretta sulla concessione della cittadinanza, che ora sarà possibile ottenere per non più di due generazioni.

Decreto Albania bis, Shengjin e Gjader riconvertiti in centri di permanenza e rimpatrio

Il decreto Albania cambia. L'esecutivo vuole comunque rendere operativi i centri dopo che i giudici hanno bocciato per tre volte i trattenimenti dei migranti. Nonostante dai membri del governo non siano state date indicazioni certe, è molto probabile che i centri in Albania costati ben 800 milioni di euro serviranno per trasferire e ospitare immigrati giunti in Italia irregolarmente e che hanno già ricevuto un provvedimento di espulsione, convalidato dalla magistratura.

Attualmente infatti le due strutture in Albania sono vuote: si attende la sentenza della Corte di giustizia europea prevista per giugno, e chiamata in causa dal tribunale di Roma in merito al ricorso presentato da alcuni migranti bengalesi contro il diniego della loro richiesta d'asilo, per sciogliere il nodo su quali Paesi debbano essere considerati "sicuri".

Nel prossimo Cdm di oggi è atteso anche un decreto-legge che riguarda la cittadinanza. Le nuove norme dovrebbero mantenere il principio dello "ius sanguinis", basato sulla discendenza da cittadini italiani, e rafforzeranno la necessità di un vincolo effettivo con l'Italia per i figli nati all'estero da cittadini italiani. Al vaglio anche un'ipotesi sulla tutela legale per gli agenti delle forze dell’ordine che commettono reati nell’esercizio delle loro funzioni. 

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