24 Marzo 2025
Altiero Spinelli e Romano Prodi
Ce li raccontano come i padri costituenti dell’Europa o come coloro che hanno avuto il merito di farci entrare nell’euro salvando la disgraziata Italia, che prima era la sesta potenza economica mondiale. Con la sua “liretta” e la sua “svalutazione”.
Poi sono arrivati “loro”: i comunisti col vestito nuovo. E quelli che l’Italia doveva sparire, come tutti gli Stati Nazionali, per fare dei fantomatici Stati Uniti d’Europa, oppure che non poteva restare fuori dalla moneta unica anche a costo di sottometterci alle “diete” ordinate da Germania e Francia. E si è visto come hanno ridotto i paesi del Mediterraneo: a essere derisi come Piigs.
Altiero Spinelli e Romano Prodi, dicevamo. Ma anche il lussemburghese Juncker e il portoghese Barroso: il primo, santo protettore europeo degli evasori fiscali a norma di legge; il secondo, santo protettore del portafoglio suo visto che - non caso unico, per carità - terminata l’esperienza da presidente di Commissione è andato a fare il consulente di Goldman Sachs, pagato assai profumatamente. Nulla a confronto del socialdemocratico Gerhard Schroder, il quale non fece a tempo di disfare le valigie da Cancelliere che già entrava nell’orbita dell’energia russa come presidente del gasdotto NorthStream, poi di Gazprom eccetera.
Ma torniamo agli eroi di casa nostra secondo la mitologia dei compagni falliti, dei sinistri al caviale, del club Repubblica, dei Benigni. Altiero Spinelli oggi è diventato un “intoccabile” del pantheon europeista con la sua idea di superare gli Stati nazionali per evitare le follie dei nazionalismi (sillogismo tutto da verificare) e dentro questa entità costruita dall’alto, in precario equilibrio tra spolverate liberali e tanto lievito leninista riaggiornato negli anni successivi ma mai espunto dal Manifesto. L’Europa è creata da una élite; il popolo è troppo immaturo per capire. Non siamo lontani dalla fallimentare genesi dell’Unione europea a trazione monetaria.
L’idea di Altiero Spinelli non è la sola idea di Europa che possa stare in piedi: è una delle idee. Elidere la possibilità di discutere e poter costruire un’altra Europa, più light sul modello che era prima della Cee e oggi lo è dei Brics, significa amputare la democrazia; e usare la prigionia di Spinelli a Ventotene significa essere pericolosi manipolatori. È quel che stanno facendo i difensori di Spinelli.
Arriviamo a Romano Prodi, un “trombato” eccellente invecchiato pure male come dimostra la cattiveria scaraventata in faccia alla giornalista di Mediaset. Non vuole domande, sa tutto lui: «Che cavolo mi chiede? Ma il senso della storia ce l’ha lei o no? (…) Non sono un bambino». Romano Prodi, oltre a essere famoso per la seduta spiritica legata al rapimento di Moro, è colui che ha portato l’Italia nell’euro facendoci pagare dei prezzi altissimi: la tassa sull’euro; il cambio 1936,27 lire per 1 euro; una ulteriore botta di liberalizzazioni e privatizzazioni onde far cassa. Per seguire il mito di Spinelli, ha svenduto gli italiani (e la nostra ricchezza) alle logiche della Germania, alle sue diete forzate. E siccome qualcuno stava iniziando a interrogarsi sull’opportunità di questa operazione, Romano Prodi raccontò la più colossale delle balle: Grazie all’euro lavoreremo un giorno in meno e guadagneremo come se avessimo lavorato un giorno di più.
Altro che “non sono un bambino”, Romano Prodi è stata una sciagura!
Di Gianluigi Paragone
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