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Crosetto, il ministro che "inquieta" Meloni e Salvini: il Quirinale ha già la sua carta di riserva? - RETROSCENA

Le tensioni su Starlink e le frecciate a Musk alimentano i sospetti nel centrodestra: il ministro della Difesa potrebbe essere l’uomo scelto da Mattarella per un governo di transizione in caso di crisi

23 Marzo 2025

Crosetto, il ministro che "inquieta" Meloni e Salvini: il Quirinale ha già la sua carta di riserva? - RETROSCENA

C’è un’ombra che aleggia sui corridoi della politica italiana e porta il nome di Guido Crosetto. Un’ombra che inquieta tanto Matteo Salvini quanto Giorgia Meloni, perché potrebbe diventare l’asso nella manica del Quirinale in caso di crisi del governo. Fonti interne raccontano di un Mattarella attento, silenzioso ma vigile, pronto a giocare una carta di “stabilità” nel caso in cui il governo di centrodestra dovesse implodere prima della scadenza naturale della legislatura.

Il leader della Lega e la premier osservano quindi con crescente sospetto ogni mossa del ministro della Difesa, soprattutto dopo le sue recenti dichiarazioni su Starlink. Crosetto ha liquidato la questione con un "Mi sembra che tutto si sia fermato", lasciando intendere che la pratica sull’adozione della rete satellitare di Elon Musk sia ormai in una fase di stallo. Ma per Salvini il vero nodo sarebbe un altro: Crosetto si starebbe muovendo in sintonia con il Quirinale per chiudere un’intesa con il consorzio europeo Eutelsat, allontanando Starlink dal dossier della difesa nazionale.

E proprio su Musk, il ministro della Difesa non ha risparmiato frecciate. "La Tesla? Non mi piacciono le auto elettriche", ha dichiarato con un sorriso che molti hanno interpretato come una stoccata al miliardario americano. Un dettaglio apparentemente secondario, ma che letto nel contesto della vicenda Starlink assume tutto un altro peso. Crosetto sembra infatti voler prendere le distanze da Musk, sottolineando come le scelte strategiche dell’Italia non possano dipendere dai capricci di un magnate sempre più imprevedibile.

Un passaggio tecnico? Forse. Un segnale politico? Senza dubbio. Il riferimento all’approccio “più utile e sicuro per la nazione” ha il sapore di una strategia che potrebbe ridisegnare i rapporti di forza nel governo. E, per chi legge tra le righe, suona come una dimostrazione di autonomia e affidabilità istituzionale da parte di Crosetto, una qualità che potrebbe risultare molto utile nel caso in cui il Quirinale fosse costretto a cercare un nome per un governo di transizione.

Dietro le quinte, la tensione è palpabile. Meloni sa che qualsiasi scricchiolio nella maggioranza potrebbe rivelarsi fatale, e se un giorno la sua leadership dovesse vacillare, Mattarella non lascerebbe il Paese senza una guida solida. E chi, meglio di un uomo di destra, moderato, rispettato negli ambienti militari e considerato affidabile dalle istituzioni europee, potrebbe raccogliere il testimone per traghettare la legislatura fino al 2027?

Per ora è solo un’ipotesi, ma a Palazzo Chigi nessuno la prende alla leggera.

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