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Meloni alla Camera: "Sì riarmo contro la Russia, Trump leader forte, l'Europa di Ventotene non è la mia", bagarre in aula

"Non so se questa è la vostra Europa ma certamente non è la mia" ha detto la premier scatenando le reazioni dell'opposizione

19 Marzo 2025

Meloni alla Camera: "Sì riarmo contro la Russia, Trump leader forte, l'Europa di Ventotene non è la mia", bagarre in aula

Fonte: Imagoeconomica

È iniziata alla Camera la discussione sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo. Dopo il dibattito tra i deputati in Aula ci sarà la replica della premier Giorgia Meloni e le dichiarazioni di voto con gli interventi dei leader di Pd e M5S, Elly Schlein e Giuseppe Conte, infine, il voto sulle cinque risoluzioni presentate dai partiti di opposizione, Pd, M5S, Iv, Avs e Azione. Ieri era stata votata la risoluzione della maggioranza sugli impegni di governo con 109 voti favorevoli, 69 contrari e 4 astensioni

Meloni: "Questa Europa non è la mia"

"Non so se questa è la vostra Europa ma certamente non è la mia" ha detto la premier dopo aver letto alcuni passaggi tratti dal Manifesto di Ventotene a seguito del quale è scoppiato il caos in aula. L'opposizione ha criticato Meloni per aver parlato del documento fondante dell'Unione Europea come un inno alla "dittatura del proletariato".

La premier ha risposto a vari temi, tra cui il rapporto con Trump e il piano di riarmo proposto da von der Leyen. Meloni ha commentato la telefonata avvenuta ieri tra Trump e Putin definendola "un primissimo spiraglio che va nel senso di quanto concordato a monte tra Trump e Zelensky". Il tycoon, ha detto la premier, "è un leader forte che può porre le condizioni per una pace giusta". Alle domande dell'opposizione che le chiedeva di prendere una posizione netta rispetto al rapporto con il Presidente degli Stati Uniti, Meloni ha risposto: "Non seguo pedissequamente Ue né Usa, io sto con Italia" e ha poi specificato: "l'Italia è in Europa, ma sono anche per la compattezza dell'Occidente, che serve all'Italia e all'Europa. Semplificazioni su questo non aiutano".

In relazione al ReArm Europe invece, Meloni ha affermato la necessità di renderlo "più sostenibile". "La posizione del governo è chiara, noi abbiamo fatto le nostre valutazioni, il governo aveva chiesto lo scorporo delle spese difesa dal calcolo del Patto di stabilità. Oggi però non possiamo non porre il problema che l'intero Piano presentato dalla presidente della Commissione Ue von der Leyen si basa quasi completamente del debito nazionale degli StatiÈ la ragione per cui stiamo facendo altre proposte, perché ci aiuta scomputare le spese, però dall'altra parte una priorità deve essere favorire gli investimenti privati su questa materia".

Il discorso di ieri di Meloni: "Dazi di Trump? No rappresaglie, c'è margine d'accordo"

Nell'Aula di Palazzo Madama Meloni ieri aveva detto che rispondere ai dazi di Trump può portare a una "spinta inflattiva", con il conseguente "innalzamento dei tassi da parte della Banca centrale europea" ed un "freno alla crescita". Secondo la premier quindi è opportuno trovare un accordo con gli Usa, sfruttando i "margini" presenti. "Non ho certezza", aveva detto Meloni, "bisogna ragionare in maniera pragmatica più che rispondere per istinto, il rischio è colpire noi stessi".

Invece, in relazione al piano di riarmo europeo proposto da Ursula von der Leyen, la premier aveva affermato che valuterà se utilizzare o meno gli strumenti messi a disposizione dal piano ReArm Europe, ricordando però che "occorre trovare soluzioni alternative" a quella di fare nuovo debito e soprattutto, ha ribadito che "l'Italia non intende distogliere un solo euro dai fondi della coesione".

Sui fondi del riarmo la premier aveva dichiarato: "Non funziona la narrazione di dire non ci sono soldi per fare nulla, e poi ci sono all'improvviso 800 miliardi per la difesa. Ma i soldi non ci sono neanche qui, perché non stiamo parlando di nuove risorse dell'Ue, o di soldi tolti ad altri bilanci: parliamo di una ipotetica possibilità che gli Stati possano fare maggiore deficit. È un annuncio molto roboante rispetto alla realtà e alla natura di quanto viene proposto, e bisogna segnalarlo".

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