20 Dicembre 2024
Il tema manovra e multe ai "no-vax" continua a tenere banco. Un ordine del giorno presentato dalla dem Simona Bonafè chiedeva al governo di tornare indietro e quindi di eliminare sostanzialmente il "condono" che è stato fatto ai non vaccinati di non pagare le multe. In 7 di Forza Italia hanno votato col Pd. La maggioranza si è dunque spaccata su questo tema, e non è una novità visto che ne giorni passati sia Ronzulli che Mulé avevano dimostrato la loro contrarietà alla scelta dell'esecutivo.
Grane per la maggioranza sulle multe ai "no-vax". Alcuni parlamentari di Forza Italia hanno votato con il Pd su un ordine del giorno di Bonafè, la cui richiesta era quella di "garantire la piena e rapida attuazione dei procedimenti sanzionatori" nei confronti dei "no-vax", coloro i quali non hanno fatto il vaccino per il Covid, "escludendo quindi ogni ulteriore proroga o modifica alla legge vigente finalizzata a evitare che le multe ai cittadini inadempienti vengano sospese o condonate". Il governo aveva dato parere contrario a tale documento, ma hanno votato a favore 7 parlamentari di Forza Italia, mentre il resto del centrodestra ha votato contro.
Fonti di Forza Italia spiegano: "Siamo a favore delle multe per i No vax, come ogni sanzione nei confronti di chi viola una legge. Nel Milleproroghe (decreto in cui è contenuta la norma che annulla le multe ai No vax) abbiamo convenuto con il governo che costa di più recuperare quei soldi che proseguire con il recupero e lasciare le sanzioni".
In ogni caso, riprendono, "è un tema che affronteremo con il Milleproroghe", che non è ancora all'esame di Montecitorio e comincerà il suo iter in Senato. A favore hanno votato Raffaele Nevi, Alessandro Cattaneo, Paolo Emilio Russo, Rita dalla Chiesa e Patrizio Marrocco, mentre Nazario Pagano non ha votato.
La maggioranza ha litigato anche sulla cosiddetta norma anti-Renzi. Una norma studiata contro l'ex premier e leader di Italia Viva, una "punizione" che sarebbe stata imposta dalla stessa premier, Giorgia Meloni e dalla sorella Arianna, che secondo i renziani non avrebbe gradito le accuse di ingferenze sulle nomine in Ferrovie e in Rai.
Tra gli ordini del giorno presentati dai deputati della Lega, ce n'era uno a prima firma Igrid Bisa contro la misura, che per l'esponente del carroccio è "eccessivamente rigida e genera limitazioni ingiustificate per chi esercita attività regolari e tracciabili".
Nell'odg si chiedeva dunque di "adottare iniziative normative per escludere dal divieto le attività professionali regolate da albi previsti per legge, limitatamente ai compensi derivanti esclusivamente dall'esercizio di tali attività", ma è stato poi ritirato.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia