29 Novembre 2024
Fazzolari, Mantovano e Nevi
C'è attesa per scoprire chi sarà il successore di Raffaele Fitto al Ministero per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e per il PNRR dopo la nomina dell'ex ministro. Tra le ipotesi che girano con forza c'è quello di uno spacchettamento delle deleghe ai due sottosegretari Fazzolari e Mantovano di Fratelli d'Italia o di un incarico per Foti. Oppure di un arrivo di Raffaele Nevi, portavoce di Forza Italia passato agli onori delle cronache per aver definito il ministro Salvini "paraculetto". Anche per questo la Lega vorrebbe evitare che i forzisti si aggiudicassero un Ministero, pur senza portafoglio. L'ipotesi infatti darebbe maggior forza e vigore ad un partito che ha già superato il Carroccio alle europee. Chi ha già declinato l'invito è l'ex ministro Cingolani.
Dopo la nomina diventata ufficiale di Fitto come vicepresidente della Commissione Ue, adesso si apre il risiko per la successione al Ministero per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e per il PNRR. La partita si gioca principalmente tra Forza Italia e Fratelli d'Italia, con la Lega spettatrice interessata. Tajani vorrebbe il Dicastero per se ed avrebbe pensato al suo portavoce Raffaele Nevi, l'uomo che ieri ha replicato a Salvini sul Canone Rai. Un'ipotesi indigesta proprio al numero uno del Carroccio che vorrebbe evitare questa cosa, mentre il numero uno degli azzurri lo stima perché sarebbe anche suo il merito dell'accordo tra von der Leyen e Meloni.
La Meloni da par suo vorrebbe spacchettare le deleghe per affidarle ai suoi sottosegretari e fedelissimi Fazzolari e Mantovano. Quest'ultima se possibile è l'ipotesi che la Meloni potrebbe percorrere più volentieri, in primis per cercare di non alzare ulteriormente i toni tra gli alleati.
Il dossier è stato approfondito anche due giorni fa a pranzo al Quirinale, ospiti d'onore ovviamente Mattarella e la Meloni. Secondo rumors raccolti dal Giornale d'Italia, Il capo dello Stato avrebbe dato il benestare ad entrambe le ipotesi. Se la Meloni volesse optare per lo spacchettamento Mattarella non avrebbe niente da ridire, se volesse assegnarlo a qualcun altro tipo Nevi, non gli chiederebbe il voto di fiducia.
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