01 Giugno 2024
Gianluca Ferrara
Ferrara dirige inoltre la GFE, una casa editrice che a me piace pensare come "laboratorio culturale", dato che alla rivoluzione politica bisogna affiancare quella culturale, minata dalla disinformazione del mainstream.
Partiamo dal vostro simbolo con la scritta pace. Come mai questa scelta?
Noi siamo nati il 4 ottobre… per noi la Pace non è uno slogan ma un valore da perseguire concretamente. E la pace non si costruisce continuando a inviare armi, ma attraverso il dialogo e il negoziato. Chi persevera con l’invio di armi non crede nella pace, ma è succube dell’industria degli armamenti che spinge in tal direzione.
-La situazione in Ucraina peggiora giorno dopo giorno. Che posizione sosterrete in Europa?
Purtroppo, quella dell’Ucraina è una storia già scritta. Si tratta di una guerra per procura che sta pagando il popolo ucraino per scenari geopolitici di cui ignorano la complessità. In Europa sosterremo l’unica strada percorribile che è quella del dialogo, anche perché personaggi come la presidente del consiglio che ha pubblicamente scommesso sulla vittoria dell’Ucraina, mi dovrebbe spiegare come si va a sconfiggere una potenza nucleare che detiene 6000 ordigni atomici.
-Come vede la politica estera UE dei prossimi Anni?
La vorrei vedere protesa al bene comune dei cittadini europei e non succube di altre potenze. Nei prossimi anni l’antagonismo tra Cina e Usa è destinato ad aumentare e l’Europa rischia di essere come un vaso di coccio tra due di ferro. L’Europa deve divenire un soggetto politico indipendente, con una propria politica estera. Il progetto dell’Ue è giunto a un bivio storico, o si supera il vigente darwinismo sociale tra stati e si diventa davvero una comunità o è destinato alla dissoluzione.
-Quanto e' sbagliata la corsa agli armamenti quando poi si taglia su sanita' e sociale?
Non è sbagliata, ma suicida. Le priorità dei cittadini sono altre, appunto la sanità che è al collasso con i continui tagli del governo Meloni. Si pensi alle file ai pronto soccorso e alle liste d’attesa inaccettabili per un Paese civile. Poi con il pacco di stabilità votato in Europa lo scorso 29 aprile, l’Italia sarà costretta a tagliare 13 miliardi di euro l’anno in spesa sociale. Altro che “la pacchia è finita”, questi ci hanno fatto ripiombare nell’austerity! La linea da seguire dovrebbe essere quella indicata dal presidente Conte nell’estate del 2020 che ha prodotto il recovery fund con i 209 miliardi di euro da destinare per il futuro dell’Italia.
-Come vede la crisi a Gaza?
Non è una crisi, ma una pulizia etnica con intento di genocidio. Una disumanità senza precedenti per i tempi moderni. Massacrare impunemente 16 mila bambini è una vergogna per l’umanità. Dinanzi a questo orrore servirebbe una presa di posizione netta, invece in Europa si balbetta. Il nostro governo pavidamente e ipocritamente si è astenuto tre volte in sede Onu, persino sul cessate il fuoco. Nel 2019 io presentai una mozione sottoscritta da 40 senatori per il riconoscimento dello Stato di Palestina, in tale atto legislativo specificavo che le politiche di Netanyahu stavano favorendo Hamas. In Palestina non ci potrà mai essere pace senza giustizia e quindi senza la liberazione dei territori occupati e il riconoscimento dello Stato di Palestina.
-Esteri a parte, quali saranno le sue priorità' in Parlamento.
Chi mi conosce sa il mio lungo impegno per la pace e il disarmo. Ma anche per la tutela del Creato e della difesa delle categorie più fragili. Su questi temi per me vitali non smetterò mai di spendermi. Non l’ho fatto a Roma e non lo farei a Bruxelles.
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