23 Maggio 2024
Il dibattito sulla leva obbligatoria è surreale. Persone che reputavo normodotate si schierano a favore: “I giovani d’oggi sono dei rammolliti, il servizio militare non può che far loro del bene”.
Leva obbligatoria come momento di formazione: bisogna proprio essere completamente idioti per non considerare il contesto storico!
Soltanto negli ultimi due anni e mezzo, 500.000 giovani ucraini, un numero imprecisato di russi e 35.000 civili palestinesi sono stati ammazzati in guerra.
Noi, comodamente stravaccati sui nostri divani fintamente artigianali, prendiamo tutto questo come uno spettacolo che non ci riguarda.
Incapaci di ragionare, non colleghiamo il ripristino della leva obbligatoria con l’immane catastrofe che ineluttabile aleggia sul futuro nostro e dei nostri figli.
L’ipotesi di una guerra che ci coinvolga è maledettamente reale.
La politica bellicista dell’impero americano – ultima carta contro l’instaurazione di un equilibrio mondiale multipolare – ha già causato un consistente aumento della spesa per l’acquisto di armi.
Traggo queste informazioni dal sito retepacedisarmo:
“I contenuti presentati al Parlamento per la Legge di Bilancio del 2024 certificano come per gli anni più recenti una continua e robusta crescita del budget per il Ministero della Difesa e della spesa militare complessiva. Gli interventi specifici dell’ambito militare in Manovra sono più rilevanti rispetto agli anni più recenti, e riguardano in particolare un’allocazione di 200 milioni di euro per concorsi per nuovo personale e l’aumento di 200 milioni del contributo all’European Peace Facility a seguito delle decisioni UE di coprire con tale fondo l’invio di armamenti verso l’Ucraina
In generale però l’aumento per l’anno 2024 della spesa militare è trainato da un bilancio proprio del Ministero della Difesa che supera per la prima volta i 29 miliardi di euro (29.161 milioni per la precisione) con una crescita di ben 1.438 milioni di euro (+5,1% rispetto al 2023) che fa seguito ad un aumento di circa 1,8 miliardi già realizzato tra il 2022 e il 2023. In definitiva in due anni il Bilancio della Difesa ha sperimentato un aumento di circa il 12,5% (oltre 3,2 miliardi in termini monetari). Ciò smentisce in parte quanto evidenziato dal Documento Programmatico Pluriennale recentemente trasmesso al Parlamento (che evidenziava un Bilancio ministeriale più o meno sullo stesso livello del 2023) e, diversamente da quanto successo lo scorso anno, deriva il proprio aumento quasi esclusivamente da nuovi fondi a disposizione per l’acquisizione di armamenti.
I fondi per gli approntamenti per le Forze terrestri, navali e aeree subiscono infatti tutti delle leggere flessioni (circa 250 milioni di euro complessivi) più o meno integralmente compensati da una crescita dei fondi per i Comandi interforze. Circa 1,4 miliardi in più vengono invece destinati al Programma di “Pianificazione generale delle Forze Armate e approvvigionamenti militari” (per oltre il 95% indirizzati ad “ammodernamento, il rinnovamento ed il sostegno delle capacità e i programmi di ricerca finalizzati all’adeguamento tecnologico dello Strumento Militare”, cioè nuove armi) che porta per la prima volta nella storia ad un totale per tale Programma di oltre 8 miliardi di euro. Aggiungendo a questo dato i circa 2 miliardi destinati all’industria militare nel bilancio del MIMIT si può affermare che nel 2024 per la prima volta l’Italia destinerà una cifra di circa 10 miliardi di euro agli investimenti sugli armamenti.
Ribadiamo però che l’importo totale del Bilancio della Difesa è solo il punto di partenza per valutare la spesa militare italiana complessiva, che deve registrare in più cifre iscritte presso altri dicasteri (fondo per le Missioni militari all’estero presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze e i fondi che il nuovo Ministero delle Imprese e del Made in Italy destina per acquisizione e sviluppo di sistemi d’arma) e deve invece vedere sottratta per coerenza di destinazione e tipologia di utilizzo la grande maggioranza del bilancio dell’Arma dei Carabinieri (per lo specifico ruolo che gioca tale struttura, in particolare la parte forestale) che viene considerata solo per la componente legata alle missioni all’estero.
Appoggiandosi alla metodologia dell’Osservatorio Mil€x sulla spesa militare, si arriva dunque ad una prima valutazione tendenziale della spesa militare complessiva “diretta” per il 2024 di circa 28,1 miliardi di euro con un aumento di oltre 1400 milioni rispetto alle medesime valutazioni effettuate sul 2023: una crescita percentuale del 5,5% rispetto all’anno precedente.”
La leva obbligatoria non è equiparabile a una gita con i boyscout, è il preludio all’invio di soldati italiani sui campi di battaglia. E’ l’abbandono del ripudio della guerra sancito dall’articolo 11 della nostra Costituzione.
Del resto, la difesa degli interessi americani – mai come in questi ultimi anni confliggenti con quelli europei – richiede sacrifici umani: gli ucraini ne sanno qualcosa.
Da pacifista, io rabbrividisco.
di Alfredo Tocchi, 23 maggio 2024
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