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Vaccino Covid, Speranza sapeva, tutti sapevano ma tutti se la cavano, con un piccolo aiuto da certe viptime

Uno su cinque: questa la misura di pericolosità di questi sieri, segnalata, accertata. Ma l'ex ministro può presentarsi al tribunale dei suoi pari e dire: eseguivo gli ordini. Di chi? Mentre c'è chi, come Simona Ventura, rasenta il comico: "io paralizzata per freddo".

11 Aprile 2024

Simona Ventura

Si scopron le fosse, si levano i morti e la loro voce tormenta i colpevoli. Speranza, dunque, sapeva tutto. Sapeva che i vaccini erano pericolosi, in mille modi, nella aberrante misura di uno su cinque. Una proporzione che è peggio di una roulette russa e che mai giustificherebbe il lancio di alcun farmaco. Ma con questi vaccini che vaccini non erano c’era da fare il business per migliaia di miliardi, soldi a pioggia per tutti, e non era il caso di andare tanto per il sottile. La storia del vaccino anticovid resterà come una mostruosa sperimentazione sulle genti di tutto il mondo per ucciderla guadagnandoci abissi di soldi. Tutti ne sono rimasti coinvolti, industriali, scienziati, politici, amministratori, informatori, propagandisti, perché l’affare poteva riuscire solo così e c’erano soldi da distribuire a tutti. Nessuno potrà dirsi innocente, le loro notti si consumeranno in questa sporca consapevolezza. Un farmaco viene ritirato se è pericoloso per una persona su diecimila, su centomila: qui si sapeva che poteva uccidere o distruggere a vita uno su cinque, e hanno fatto finta di niente. Hanno mentito, mentito, mentito, lo si diceva, e ogni volta viene fuori più chiaro. Hanno mentito, e i morti non smetteranno. Hanno mentito, e saranno sempre più costretti a mentire per salvarsi. E lo Stato sarà sempre più affondato nel proprio liquame di fogna in cui affogare ogni verità. Hanno mentito e adesso non hanno più alibi, ma non gli serve o così almeno credono. Il potere si fonda sempre sull’impunità. Ma che misura d’infinito ha l’impunità quando di mezzo ci vanno migliaia e migliaia di giovani, di famiglie, di vecchi negli ospizi, di innocenti che si erano fidati di uno Stato bugiardo, delle sue facce deformate dall’avidità e dalla viltà? Hanno mentito, mentito, mentito, e non potranno fare altro per il resto dei loro giorni. Tutti. Ai loro specchi, alle loro coscienze ormai mangiate. Alle loro stesse vittime, insultate, irrise, umiliate.

Speranza davanti al tribunale dei ministri che è lì apposta per riabilitarlo se la cava come a Norimberga, “eseguivo gli ordini”, a al tribunale va bene. Sapeva lui, sapevano tutti e quindi tutti consapevoli, nessun colpevole. È rimasto solo Magrini ex boss dell’Aifa a volare come straccio, ma vedrete che la scappatoia si troverà anche per lui. Ma la scappatoia non servirà a Speranza in tutte le apparizioni che ancora farà per lanciare il suo libello come un vaccino. Verrà inseguito per sempre, perché i malati non sono un tribunale politico per assolvere politici, non un organo con cui lo Stato ripulisce se stesso. Sono carne ancor viva, benché tormentata, e quella carne urla. Urla in vece di chi si ritiene privilegiato e continua a mentire, a se stesso e a tutti. Il Nobel per la rimozione forzata va alla conduttrice Simona Ventura che, costretta a fare due ore di programma con la faccia deformata da una paralisi, trova subito di che consolarsi: “Tranquilli, è il freddo, poi passa”. In uno studio surriscaldato durante una giornata di aprile di estate precoce, almeno a sentire gli strepiti dell’informazione di regime che pompa la psicosi dei cambiamenti climatici. Che la paralisi possa essere un effetto avverso (sindrome di Guillain Barrè, virus herpes zoster) scatenato dal vaccino orgogliosamente assunto, in non precisate dosi, dal settembre 2021, non la sfiora. Non sfiora neppure il suo compagno Giovanni Terzi, che si dice “orgoglioso di una donna così”, anche se non è chiaro per cosa, se per la paresi o la falsa coscienza. Comunque tranquilli, poi passa. Quanto poi è un altro dettaglio che rimane nella nebulosa delle eventualità: secondo un luminare, Mauro Porta, primario di Neurologia all’ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano, “l’infiammazione può durare per dei mesi e la ripresa della mimica del volto è progressiva”. Invece il consigliere regionale già assessore lombardo Gallera se la cava con la prevenzione postuma: mentre fa il ganassa alla “Milano Marathon”, insomma la vecchia Stramilano riverniciata di english allo zafferano, stramazza a 1 km dal traguardo come Dorando Pietri alla Olimpiadi di Londra del 1908: “Ho fatto due flebo, va meglio ma mi sa che d’ora in poi dovrò farmi dei controlli prima”. Magari partendo da quel 9 dicembre 2021 in cui, sempre ganassa, proclamava su Twitter: “Terza dose di vaccino fatta. VACCINATEVI. #VINCIAMONOI. L’hastag elettorale non può mancare. Lui non ha vinto la Stramilano ma ha portato a casa la pelle, chi si contenta gode.

Mentire, mentire anche a se stessi. Ma esiste ancora qualcuno capace di dire la verità? Per tre anni ci hanno detto, da tre anni ci ripetono che quei vaccini, che vaccini non erano, sono perfetti, innocui, che salvano, che immunizzano: niente di tutto questo si è dimostrato e quando la realtà emerge non resta che l’odio infame, cattivo: morite, ve lo meritate; morite, avete osato piangere. Che volevate? Disturbare i nostri affari, la nostra ambizione da diavoli? Certo, la storia del potere non è granché, non esiste potere e non esiste regime senza un apparato di menzogne organizzate, ma diremmo che in questo caso si è andati oltre, che c’è qualcosa di peggio, una cifra demoniaca, inaudita, irreversibile, che non potrà mai andare via e che pertanto deve essere tenuto in piedi, anche in prospettiva, affinché questa menzogna totale da milioni, miliardi di vittime fra eliminati e devastati, possa infine restare come l’unica verità.

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