03 Settembre 2023
Dopo quarant'anni di insabbiamenti e depistaggi, la sentenza storica. La tragedia della strage di Ustica è una delle pagine più oscure della storia dell'aviazione italiana. Negli anni precedenti, la Corte d'Appello di Roma ha quantificato il danno e stabilito che il ministero della Difesa e il ministero dei Trasporti dovevano versare un maxi risarcimento di 330 milioni di euro agli eredi di Aldo Davanzali, l'ex presidente della compagnia Itavia, morto nel 2005. Il risarcimento è stato effettuato a partire dal 2022, dopo la lunga pandemia legata al Covid.
La sentenza condannava i due ministeri a pagare ad Aerolinee Itavia la somma di 33,1 milioni di euro, che attualizzati diventano poco meno di 330. La decisione della rivalutazione monetaria, secondo quanto scritto dai giudici nella sentenza, era accompagnata dagli interessi legali. L'obiettivo era quello di ripristinare la situazione patrimoniale del danneggiato, ponendolo nelle condizioni in cui si sarebbe trovato se l'evento non si fosse mai verificato. Gli interessi legali, d'altra parte, servivano a compensare il lucro cessante causato dalla mancata tempestiva disponibilità della somma di denaro dovuta a titolo di risarcimento, una somma che, se fosse stata corrisposta tempestivamente, avrebbe potuto essere investita per generare un profitto finanziario. Tra i creditori interessati dalla sentenza: gli eredi di Aldo Davanzali (ex presidente della compagnia aerea), l'Inps e la società J-Invest.
Di seguito, il testo della sentenza:
La sentenza, arrivata dopo essere stata incaricata dalla Cassazione nel 2018, ha confermato ciò che molti inizialmente sospettavano: la tragedia aerea non fu causata da un cedimento strutturale del velivolo, ma da un missile lanciato in cielo, forse durante un duello tra i caccia libici e quelli della NATO. Oggi, dopo anni dalla tragedia, emergono nuovi dettagli che sconvolgono l'epilogo dell'intera vicenda. L'incidente, avvenuto il 27 giugno 1980, fu la fine per Itavia, la prima compagnia aerea a sfidare il monopolio di Alitalia. La compagnia fu costretta a sospendere i voli il 10 dicembre 1980, con l'Autorità Aeronautica che dichiarò decaduti i servizi di linea.
Gli atti processuali rivelarono una sequenza di eventi che hanno portato alla messa sotto amministrazione controllata della compagnia. La tragedia dell'incidente, avvenuta il 27 giugno 1980, causò la morte di 81 persone. La sospensione delle attività di volo avvenne il 10 dicembre 1980. Successivamente, con decreti del 16 dicembre 1980 e del 23 gennaio 1981, le autorità aeronautiche dichiararono decaduti tutti i servizi di linea affidati alla società, determinando la fine di Itavia.
Dopo anni di indagini, tentativi di insabbiamento e depistaggio, la verità sembra comunque non venire mai a galla. Dopo più di 43 anni, arriva una nuova versione dei fatti che sconvolge il destino degli attori e ripesca un capitolo doloroso per molte famiglie. Inizialmente, era stato detto che un missile aveva colpito il Dc 9 di Itavia, e per questo, il ministero della Difesa fu giudicato colpevole di non aver garantito la sicurezza nei cieli. Il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, d'altra parte, fu ritenuto responsabile per aver consentito la circolazione di altri aerei sulla stessa rotta.
Tuttavia, la sentenza non riflette la realtà dei fatti svelata in questi ultimi giorni. In seguito alla sconvolgente intervista dell'ex primo ministro Giuliano Amato a Repubblica, in cui ha ammesso che fu la Francia ad abbattere il Dc9 Itavia sopra Ustica il 27 giugno 1980, le prime reazioni da Parigi non si sono fatte attendere. Il Quai d’Orsay, sede del ministero degli Esteri francese, ha rilasciato un breve comunicato in cui afferma: "La Francia ha fornito ogni elemento in suo possesso ogni volta che le è stato chiesto in relazione a questa tragedia"
L'ammissione di Giuliano Amato rappresenta un cambiamento sconcertante nella narrazione dell'incidente di Ustica, che per decenni è stata oggetto di indagini, teorie del complotto e depistaggi. La rivelazione che la Francia potrebbe essere stata coinvolta nell'abbattimento dell'aereo solleva numerose domande sulle circostanze dell'incidente e sulle responsabilità delle autorità francesi.
Il ministero degli Esteri francese, sollecitato dopo la pubblicazione dell'intervista bomba dell'ex presidente del Consiglio italiano sul disastro di Ustica, ha aggiunto che tutte le informazioni a loro disposizione sono state fornite "soprattutto nel quadro delle inchieste condotte dalla giustizia italiana". Inoltre, il comunicato sottolinea: "Restiamo ovviamente a disposizione per lavorare con l'Italia, se ce lo chiederà, anche se queste dichiarazioni sono per molti un modo per temporeggiare e depistare ancora una volta le indagini sulla verità dei fatti.
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