02 Agosto 2023
Fabio Panetta; Fonte: Imagoeconomica
Matteo Renzi scende in campo per fare da stampella a Giorgia Meloni. L'avvicinamento di Italia Viva al governo procede spedito. Dalla battaglia contro la carne sintetica alla commissione d’inchiesta sul Covid, fino alla mano tesa dei meloniani per le Comunali di Firenze e il no alla candidatura di Cappato a Monza. Ora anche la proposta di legge per l’elezione diretta del premier. E si potrebbe continuare.
Due gli obiettivi del toscano: infilarsi nel guazzabuglio centrista (leggasi post Forza Italia) per tentare di essere lui a dare le carte in un futuribile rassemblement centrista in vista della prossime elezioni europee (per il deep state nostrano Antonio Tajani ha già la scadenza scritta sul retro come uno yogurt) ma soprattutto togliere il boccino della golden share sul governo Meloni dalle mani di Matteo Salvini. Non per niente il capitano leghista questa estate sta zitto e buono. E sapete perché? Non perché voglia improvvisamente indossare giacca e cravatta ma perché sa benissimo che se dovesse fare troppe storie o far mancare i voti leghisti in parlamento arriverebbero subito quelli dei centristi a sostenere Giorgia Meloni, Matteo Renzi in primis.
Per inciso, la Premier a Salvini già gliel'ho ha fatto capire: se esageri, quella è la porta. E lui se ne sta zitto e buono. Ben sapendo, la Meloni, che a via Bellerio per nulla al mondo rinuncerebbero alle poltrone di governo. La più contenta ovviamente è Giorgia Meloni che sta già giocando l'andreottiana politica dei due forni con i due Mattei. Chi ha capito bene il giochetto è Filippo Zaratti dei Verdi: "Matteo Renzi sta facendo un bel regalo a Meloni. Rilancia la proposta segnata da un populismo autoritario di eleggere il presidente del Consiglio, già bocciata dagli italiani, per andare incontro all'impasse della destra sulle riforme".
Un bel modo, da parte di Matteo Renzi, di sviare l'attenzione su quelle che sono le difficoltà del governo Meloni, intrappolato nelle polemiche del reddito di cittadinanza, del PIL che non cresce più, del caro benzina, del caro vacanze e chi più ne ha più ne metta. Un governo che come dicono nel deep state, anche quello di più stretta osservanza centrista e destrorsa, sembra andare random limitandosi a farsi dettare l'agenda da lobby e conf. Ma governare è un'altra cosa.
A questo punto la fatidica domanda è: quanto durerà il governo Meloni? Sono sempre meno quelli che credono possa durare 5 anni. Per molti subito dopo le europee avrà bisogno di un bel tagliando. E forse nemmeno basterà. Fabio Panetta, appena nominato al vertice di Bankitalia, già ribattezzato dal deep state il Ciampi di destra, si sta già scaldando in panchina. Un servitore della patria al quale nemmeno Giorgia Meloni potrebbe dire di no.
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