26 Luglio 2023
foto @Lapresse
Dopo l’uscita di scena (prima ancora di entrarvi) dalla Rai di Filippo Facci, ora è la volta di Roberto Saviano.
Il suo programma “Insider, faccia a faccia con il crimine”, non andrà in onda sulle Reti Rai. La decisione di viale Mazzini, arriva dopo le dichiarazioni che lo scrittore ha rivolto al ministro delle infrastrutture e dei trasporti, nonché vice premier Matteo Salvini, definito “Ministro della Mala Vita”.
A quelle dichiarazioni ha fatto seguito una interrogazione presentata da Forza Italia in commissione vigilanza.
L’esclusione di Saviano dunque, sarebbe avvenuta perché secondo Roberto Sergio “il linguaggio utilizzato ripetutamente dal giornalista non è in linea con il Codice etico che ispira il servizio pubblico”. Una mossa che segue l’esclusione di Filippo Facci che avrebbe dovuto condurre una striscia sul Tg2, sospesa in seguito all’articolo pubblicato su Libero, in merito alla vicenda dell’inchiesta giudiziaria per violenza sessuale che riguarda il figlio di Ignazio La Russa.
“La scelta di Saviano è aziendale e non politica – ha detto l’amministratore delegato Roberto Sergio in un’intervista al Messaggero -. Abbiamo trovato un’azienda demoralizzata e preoccupata. Il rapporto con la politica? La Rai non può esimersi, è importante che la politica non la condizioni”.
Il programma di Roberto Saviano sarebbe andato in onda a novembre e 4 puntate erano già state registrate.
A scatenare la bufera è stato un tweet di Saviano, in cui ha chiamato Matteo Salvini “Ministro della Mala Vita” commentando il caso di Carola Rakete.
A quel tweet ha fatto seguito la replica di Salvini: “Per il signor Saviano io sarei il ‘Ministro della Mala Vita’… Altro insulto e altro odio? Altra querela” ha scritto il vice premier.
Indignazione anche in Forza Italia e Fratelli d’Italia che hanno portato la questione in vigilanza Rai, chiedendo la sospensione del programma “Insider, faccia a faccia con il crimine”.
L’interrogazione è stata presentata dagli azzurri Maurizio Gasparri, Roberto Rosso, Rita dalla Chiesa e Andrea Orsini che chiedono “come i vertici della Rai valutino le offese di Saviano ad esponenti politici e se Saviano goda di una sorta di impunità, a differenza di altre persone, che gli consente di offendere le persone e di poter svolgere una funzione importante di conduzione di programmi del servizio pubblico. Non risulta che la Rai abbia cancellato per la prossima stagione il programma che sarà affidato a Roberto Saviano, il quale non soltanto in passato diede della ‘bastarda’ al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ma che ieri ha rincarato la dose contro il ministro Matteo Salvini e l’intera maggioranza”.
Gli azzurri poi proseguono: “Fateci capire: o il codice deontologico della Rai ritiene corretto dare della bastarda al primo ministro, malavitoso a un importante ministro e definire ‘bande’ i partiti di governo, cioè i suoi azionisti pro tempore, oppure significa che qualcuno, ma solo qualcuno, nel paese e nella televisione di Stato ha libertà di insulto e di politicamente scorretto in nome di una non specificata superiorità morale e culturale, una sorta di licenza poetica che vale per Saviano ma non per Facci”.
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