25 Maggio 2023
Carlo Nordio, fonte: imagoeconomica
Il Ministro Nordio durante il question time di oggi, giovedì 25 maggio, con i giornalisti, ha parlato dell’accelerata del governo sulla riforma delle intercettazioni. Secondo il guardasigilli, la manovra sarà divisa in due momenti, il primo “molto a breve”.
Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha dedicato oggi diversi minuti di question time con i giornalisti per parlare dell’imminente, per quanto ancora in fase di preparazione, riforma delle intercettazioni, che, spiega il Ministro, dovrà procedere in due momenti: “Il primo, molto a breve termine, con un disegno di legge, una riforma, che riguardi essenzialmente la tutela dei terzi in più ampio programma di revisione del codice di procedura penale che noi auspichiamo essere ispirato al sistema accusatorio”. Nordio ha quindi continuato: “Intendiamo intervenire in tempi molto rapidi e prossimi in un settore limitato che tuteli sostanzialmente la privacy e in un tempo successivo, e in una prospettiva più ampia di riforma del codice di procedura penale, una radicale revisione del sistema delle intercettazioni che tuteli non soltanto la privacy ma anche la correttezza delle indagini”.
Il Ministro ha quindi attaccato la riforma della disciplina delle intercettazioni, considerata “platonica” e smentita dopo la sua entrata in vigore dalla realtà dei fatti, in quanto “regolarmente violata”. Parole dure, poi, nei confronti del sistema giudiziario nel suo insieme, considerato dal Guarda sigilli “completamente sfasciato”. “Ricordo – ha infine concluso - che noi abbiamo un codice di procedura penale voluto da una medaglia d’argento della Resistenza, il professor Vassalli, che gode di pessima salute perché è stato demolito varie volte da interventi legislativi e della Corte Costituzionale, anche riguardo le intercettazioni. E abbiamo un codice penale che è ancora firmato da Benito Mussolini e da Vittorio Emanuele III che gode di ottima salute ed è stato ritenuto sempre compatibile con la nostra Costituzione”. Un paradosso al quale, assicura il Ministro, il governo intende mettere fine.
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