04 Gennaio 2023
Fonte Twitter: peterkama
Il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia non intende fare passi indietro nello scontro con Crisanti, nato dopo un'intercettazione di Report riguardante l'inchiesta della procura di Padova sui tamponi rapidi. Il governatore in un'intervista ha spiegato di aver conosciuto il microbiologo "sette o dieci giorni dopo il 21 febbraio 2020, il giorno in cui è partito il focolaio di Vo’ euganeo. Prima di allora non l’avevo mai incontrato, sentito o conosciuto"
Zaia poi parla delle linee guida nella Regione in seguito al focolaio di Covid: "Ho deciso in totale autonomia e contro le linee guida dell’Oms che prevedevano il tampone solo per i sintomatici, di fare il tampone a tutti e 3500 abitanti di Vo’ e di chiudere il Comune con la zona rossa". Poi si fa vivo Crisanti, contestando il metodo Zaia: "Lei ha creato le condizioni per qualcosa che non esisteva, la chiusura del Comune e i tamponi. Mi finanzierebbe i tamponi a fine quarantena, allora di quindici giorni, che così ci faccio uno studio?". "E io così ho fatto".
Il rapporto si è degradato nel tempo, complice anche la diffusione ai giornalisti dei messaggi tra i due da parte di Crisanti, secondo quanto racconta Luca Zaia. Poi le accuse di aver fatto troppi tamponi rapidi. Un modello, quello veneto che all'epoca sembrava dare più frutti rispetto a quello di altre Regioni. "Noi siamo la comunità che più ha fatto tamponi nella storia. Certo, i tamponi molecolari sono il gold standard. Siamo arrivati a farne 23 o 24 mila al giorno, con uno stress altissimo per tutta la macchina", si difende Zaia.
E ancora: "Avessimo avuto la possibilità di fare i molecolari per tutti, non c’era questione. In un giorno che prendo a caso, abbiamo fatto 24.832 test molecolari e 164.189 tamponi rapidi. E abbiamo trovato 13.094 positivi. Io dico: se tu hai 10 persone in acqua e solo tre salvagenti, agli altri butti una tanica, una corda, quello che hai... Che poi, attenzione: è quello che hanno fatto tutti". I tamponi rapidi erano certificati, rincara Zaia. Capitolo intercettazione: "Non ho nulla da nascondere e mi rendo responsabile di ogni cosa che dico. Purché contestualizzata. Tra l’altro, io non ero l’intercettato. A noi tutto è stato notificato come eventuale parte offesa".
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