31 Dicembre 2022
Le condizioni di Joseph Ratzinger, alias Benedetto XVI, vanno purtroppo aggravandosi. La sua salute peggiora e il mondo intero si trova con il fiato sospeso per quel che riguarda la situazione della Chiesa. Cosa accadrà nella Chiesa di Roma dopo la scomparsa di Ratzinger, considerato che egli è e resta il solo pontefice legittimo anche dopo il 2013? Nel 2013 infatti egli rinunziò non al munus petrino ma al suo esercizio: sicché generò non la sede vacante, poi occupata da un nuovo papa, bensì la sede impedita. Il giorno in cui Ratzinger dovesse passare a miglior vita apparirebbe chiaro che Bergoglio non era il pontefice?
Al di là di questo, il magistero filosofico e teologico di Ratzinger resta immenso, e fa di lui un gigante della filosofia e della teologia contemporanee. La grandezza di Ratzinger dovrebbe essere celebrata non solo dagli uomini di fede, ma anche dagli uomini di ragione: e questo in ragione del fatto che egli si pose come fortilizio di resistenza della fede e della ragione, nel loro nesso indissolubile, contro il nichilismo relativista della civiltà della finanza e dei mercati. Proprio così, Ratzinger rappresentò una estrema difesa della ragione oltre che della fede rispetto alla voragine del nulla prodotto dalla civiltà tecno-nichilista.
Esemplare resta la sua ferma opposizione alla "dittatura del relativismo", secondo la splendida formula da lui coniata: il relativismo come forma espressiva della civiltà della forma merce si impone in forma dittatoriale, non ammettendo altre posizioni o anche solo la discussione critica del relativismo stesso. Ratzinger teorizzò l'esigenza di una ragione sempre vicina alla fede e di una fede sempre vicina alla ragione, con ciò opponendosi sia ai deliri di una ragione positivistica destinata a trasformarsi nel fanatismo religioso del laicismo, sia agli orrori di una fede sganciata dalla ragione e destinata a capovolgersi nel terrorismo e nel fanatismo. Sul piano strettamente teologico, Ratzinger teorizzò l'esigenza di una chiesa rispettosa della tradizione e della trasmissione del depositum fidei, nella consapevolezza che aggiornare e modernizzare il cristianesimo significa semplicemente dissolverlo e scioglierlo nel mondo.
Capì dunque che la chiesa si trovava per la prima volta da secoli all'opposizione rispetto al mondo e aveva dunque l'esigenza di contrastare lo spirito di un tempo senza spirito: quella di Ratzinger divenne una chiesa catacombale e resistente, un "piccolo resto" come egli stesso lo appellò per sottolinearne il ruolo residenziale e per distinguerlo dalla Chiesa dominante, quella pervasa dall'ateismo liquido e dal nichilismo relativistico, aperta al mondo e di più già integralmente sciolta nel mondo.
di Diego Fusaro
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