29 Dicembre 2022
Fonte: Imago
Si tiene oggi la conferenza stampa di fine anno di Giorgia Meloni, dalla Nuova Aula dei Gruppi parlamentari della Camera dei deputati (via Campo Marzio 78). È possibile seguirla dalla web tv ufficiale di Montecitorio e dai canali social della stessa Meloni. La conferenza avviene nel giorno in cui la manovra di bilancio è stata finalmente approvata in Senato con 107 voti a favore e 69 contrari. La premier rivendica la finanziaria e dice: "Il precidente governo ha depositato la legge di bilancio l'11 novembre ed era in carica in febbraio. Il prossimo anno lavoreremo in anticipo. Sul tema della guerra: "Spero che prima o poi il governo russo si renda conto dell'enorme errore che sta facendo e decida si fermare questa inaccettabile guerra di aggressione all'Ucraina". La premier garantisce inoltre di essere a Kiev "prima del 24 febbraio".
Giorgia Meloni sul caso del Covid in Cina: "In Italia incidenza di Covid era in calo, dopodiché la nuova situazione della Cina ci fa muovere immediatamente in coerenza con quanto avevamo chiesto in passato. Il ministro della Salute Schillaci ha disposto il tampone per chiunque arrivi dalla Cina, ma la misura rischia di non essere efficace se non viene presa a livello europeo. Abbiamo chiesto di prendere un provvedimento. Ci aspettiamo e ci auspichiamo che vogliano operare in questo senso".
"Bertolaso che aveva già disposto una misura simile, stava già sequenziando il contagio di chi era in arrivo dalla Cina, perché dobbiamo capire se quello che sta arrivando è qualcosa che abbiamo già visto o no. Molti dei casi registrati sono Omicron. Il modello di privazione delle libertà del passato non è efficace e la Cina lo dimostra. Bisogna lavorare sulla responsabilità dei cittadini piuttosto che sulla coercizione, come intendo fare in futuro".
Situazione vaccinati in Italia. La situazione non cambia: "C'è una campagna del governo che invita alla vaccinazione, soprattutto anziani e fragili, i soggetti più a rischio. Sono quelli su cui mi senti di fare l'invito più deciso. Per gli altri rinvito è quello di rivolgersi al medico".
"Su questa questione si deve andare fino in fondo senza fare sconti. Perché il rischio è che alcune istituzioni siano troppo permeabili agli interessi", spiega Giorgia Meloni in merito allo scandalo Qatargate. Che poi spiega cosa l'ha innervosita: "Molti colleghi internazionali definiscono questi fatti con la locuzione 'italian job', come se fosse una macchia sulla nostra nazione. La vicenda non riguarda solo italiani, anche belgi, greci e esponenti di altre nazioni.
"Semmai è un tema di partito, un socialist job", fa notare la premier. "Se avesse riguardato i conservatori sarebbe stato un conservative job. Riguarda una famiglia politica ma non l'Italia. Va difeso l'orgoglio e l'onore della nazione che rappresento dagli attacchi. Le responsabilità sono trasversali non fra i partiti ma fra le nazioni".
Sulle elezioni regionali in programma il prossimo 12 e 13 febbraio, Giorgia Meloni spiega: "Quando mi è stato chesto in passato che ero all'opposizione dicevo che le elezioni locali sono anche un test politico nazionale: ovviamente vale anche per la sottoscritta. Certo, sono regioni importanti in cui influsce la dinamica locale ma non nego che ciascuno di noi ci debba fare i conti e guardare con attenzione quello che dicono i cittadini"
Il premier Giorgia Meloni volge anche uno sguardo al Mes, il meccanismo europeo di stabilità per cui nei giorni scorsi si era già cominciato a parlare di ratifica. E così sarà: "L'Italia non accederà mai al Mes fino a che io conto qualcosa" esordisce la leader di FdI, ma poi: "Il direttore del Mes ha detto che è disponibile a confrontarsi con l'Italia. Io vorrei confrontarmi con il direttore del Mes. Vorrei capire se esistono i margini per lavorare su qualcosa di diverso, che possa essere utilizzabile, con condizionalità minori. Proverei a dibattere su un obiettivo di questo tipo".
Giorgia Meloni torna a parlare anche di presidenzialismo, definito "la priorità di questa legislatura". Può solo fare bene all'Italia, consente stabilità e governi frutto di indicazioni popolari chiare. Sono sempre partita dal sistema francese non perché sia il mio preferito ma quello più condiviso, penso a una riforma condivisa", afferma convinta Meloni.
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