05 Novembre 2022
Una manovra da 30 miliardi quella varata dal Presidente della Camera Giorgia Meloni che ha deciso di fermare "la chiusura delle imprese, generata anche dall'incremento dei prezzi delle materie prime energetiche, conseguente alle scelte fatte da Draghi e dall'Ue in relazione al conflitto in Ucraina, impiegando l'extragettito dell'IVA (derivato dall'inflazione e dal conseguente aumento dei prezzi, n.d.r.) e che in un primo disegno del precedente governo avrebbe dovuto reindicizzare le pensioni. Infatti l'extragettito nel primo trimestre equivaleva a 10,1 miliardi e la reindicizzazione delle pensioni (che si elabora mediante un indice basato proprio sull'inflazione), avrebbe necessitato esattamento di 100 miliardi. Ma vista l'urgenza, il governo destinerà questi soldi alla manovra energetica.
Ieri la conferenza stampa seguita al Consiglio dei Ministri, uno dei più importanti per compiere le manovre di cui questo paese ha bisogno. Della premier Giorgia Meloni al termine del Cdm. "Per il 2023 abbiamo fatto un scelta importante. Nella Nadef abbiamo previsto un indebitamento netto al 4,5% che poi va a calare fino al 3% nel 2025, e questo ci consente di liberare 22- 23 miliardi che ugualmente intendiamo usare in via esclusiva per il caro energia. In totale, con la Nadef individuamo 30 miliardi per il caro energia fino al 2023", ha detto la presidente del Consiglio.
"Noi riusciamo, per il 2022, a liberare grazie all'extragettito" dell'Iva e a un "terzo trimestre favorevole, circa 9 miliardi e mezzo che la prossima settimana vorremmo utilizzare sul caro energia".
"Configureremo un'altra misura sul tema dell'energia come emendamento all'attuale decreto aiuti in conversione": riguarda "la possibilità di liberare alcune estrazione di gas italiano facilitando le concessioni in essere e immaginandone nuove. Chiederemo ai concessionari che dovessero aderire di mettere a disposizione, in cambio, da gennaio gas tra 1 miliardo e 2 miliardi di metri cubi da destinare ad aziende energivore a prezzi calmierati", ha detto ancora la premier Meloni in conferenza stampa dopo il Cdm. "Un prezzo per mettere in sicurezza le aziende più gasivore", ha aggiunto.
"Ovviamente noi partiamo dal presupposto che una soluzione anche europea sulle risorse per affrontare la questione delle bollette sia giusta e necessaria - ha detto Meloni -. Diversi Paesi propongono modelli come lo Sure sui quali le posizioni sono variegate e noi siamo favorevoli. E sicuramente ritengo che dovremmo usare tutte le risorse esistenti, dal Repower Ue ai Fondi di coesione non usati".
Sui temi posti in Ue sul Pnrr "non ho trovato alcun tipo di chiusura preconcetta ma - ha spiegato la premier replicando a una domanda sulla sua recente spedizione in Ue -, come dicono le persone che ragionano in maniera pragmatica, entriamo nel merito".
Sulla legge di bilancio "abbiamo iniziato le nostre interlocuzioni con la maggioranza, il governo, le parti sociali, le associazioni di categoria. E' giusto e doveroso prevederlo, stiamo lavorando per vedere, la prossima settimana i sindacati", ha detto Meloni.
"La delega a servizi segreti" verrà "assunta dal sottosegretario Mantovano", ha anche detto Meloni.
Nella Nadef "l'obiettivo è di mitigare gli effetti del caro energia su famiglie e imprese e su cui si concentra larga parte degli interventi con approccio prudente, realistico e sostenibile": così il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti al termine del Cdm. "Siamo consapevoli che fare previsioni a lungo termine in questo momento può essere un esercizio di pura accademia e siamo consapevoli e pronti a fronteggiare i rischi di recessione che da più parti a livello globale ed europeo vengono evocate e che ahime potrebbero toccare anche l'economia italiana". "Ci presentiamo davanti al Parlamento con questo atteggiamento responsabile", ha aggiunto. La Nadef prevede una crescita del Pil dello 0,6% l'anno prossimo "inferiore rispetto a quella che poteva essere la previsione più ottimistica". Il deficit si attesterà "al 4,5% rispetto al tendenziale del 3,4% creando spazio per fare un intervento che riteniamo doveroso per famiglie e imprese che ammonta a circa 23 miliardi per l'energia", ha aggiunto Giorgetti, dopo l'approvazione della Nadef. Il deficit scenderà fino al 3% nel 2025. Il governo prevede anche "un discesa del debito costante fino a 141,2% nel 2025", ha aggiunto. Poi ancora: Lo spazio in deficit per il 2023 permetterà di liberare 23 miliardi di euro da destinare alle misure contro il caro energia. Il deficit passerà infatti dal 3,4% tendenziale al 4,5% programmatico.
Per quanto riguarda la norma contro i rave party e alla possibilità di modificarla la premier tenta di rispondere alle domande fatte dai giornalisti in conferenza stampa, a non interviene sulla questione della modifica, quanto sulla necessità di questa legge contestatissima, prima di tutto dai costituzionalisti: "Come si coniuga questa cosa dei rave con le norme sulla sicurezza dei lavoratori? Con quelle sulla sicurezza alimentare? Ad esempio, se vuoi vendere gli arrosticini devi chiedere l'autorizzazione, perchè c'è chi non lo deve fare?". "Qualsiasi cosa tu voglia fare - insiste Meloni - tu devi rispettare le leggi. E questa Italia di chi non vuole farlo per noi è finita. Se invece si vuol dire il contrario "io non li seguo. Io vado avanti".
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