03 Ottobre 2022
Stefano Tunis
Stefano Tunis, 50 anni, è sposato e padre di tre figli. Consigliere regionale dal 2014 e fondatore del movimento civico Sardegna20Venti, è esperto di politiche del lavoro e già General Manager sia nel settore privato che nella Pubblicità Amministrazione.
Nonostante non sia stato eletto, ha fatto il secondo miglior risultato della lista dopo quello di Veneto1. Qual è stato il segreto?
«Nessun segreto. Abbiamo lavorato come matti per cercare di raggiungere quella quota di elettori che si possono avvicinare direttamente e distrarre dal bombardamento mediatico a cui siamo sottoposti. Ne abbiamo raggiunto tanti perché sono tanti i nostri sostenitori, soprattutto tra i sindaci e gli amministratori.»
Nel complesso, Noi Moderati non è andato bene e si è attestato intorno all'1%. Perché?
«Perché il messaggio dei grandi movimenti nazionali e dei pochi leader che li rappresentano è arrivato per mesi attraverso la tv ad ogni singolo elettore. Il nostro messaggio è arrivato, tardivo e ad un numero limitatissimo di cittadini che però in proporzione ci hanno dato grande fiducia.»
Crede ci sarà uno scioglimento per convergere in Forza Italia o una semplice discussione interna per ristrutturare?
«Lo escludo. Forza Italia è una ristretta nomenclatura attorno ad un leader straordinario. Hanno fatto tanto per allontanare ogni tipo di rappresentatività, non vedo perché dovrebbero cambiare strategia. Tuttavia è una classe dirigente matura e di qualità, darà un contributo importante all’azione di governo.»
Ovvio che Lei continuerà a lavorare per la Sardegna, ma qual è la prima cosa che faranno gli eletti di Noi Moderati?
«Continuerò a lavorare per il mio paese dalla mia regione. Un ottimo inizio è considerarci tutti una unica comunità con proprie esigenze e non una somma di territori. Non so cosa faranno gli eletti, so cosa farei io, cercherei di costruire un soggetto civico nazionale. Il paese è amministrato in larga parte da personalità civiche mentre da anni il parlamento è popolato in prevalenza da militanti.»
Come si comporterà il centrodestra davanti a temi quali sbarchi, caro bollette e prezzo del gas?
«Lo vedremo, lo scenario internazionale influenzerà in modo decisivo questi temi. Giorgia saprà tenere l’equilibrio, è evidente che dovrà fare un grosso sforzo di sintesi tra gli interessi nazionali e quelli comunitari.»
Visto che non è entrato in Parlamento, quale sarà il suo futuro politico?
«Sarà uguale al presente. In mezzo alle persone, con i loro amministratori e le loro aziende. So fare politica solo così, ammetto di essere poco adatto alla politica militante, per quella ci sono colleghi più bravi di me.»
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