05 Settembre 2022
Antonio Emilio Caggiano nasce in Irpinia, a Mirabella Eclano, 58 anni fa. Figlio di un appuntato dei carabinieri e di una casalinga, grazie alle sue proprie forze, alla passione per il mondo del giornalismo e della comunicazione e alla voglia di crescere e di conoscere il mondo si è fatto strada in questo ambiente. Dai primi anni vissuti ad Avellino con le collaborazioni in tv, radio e quotidiani locali, fino a diventare direttore responsabile di due quotidiani locali e dell'emittente televisiva Telenostra. Poi il passaggio a Roma, in RAI, come inviato di Mi Manda Rai Tre con Piero Marrazzo e di Telecamere con Anna La Rosà, prima di passare all'ufficio stampa Rai dove ha ricoperto il ruolo di Responsabile della Comunicazione di Rai1. Ora è in forza a Rainews24.
Dalla Rai alla politica con Sinistra Italiana. Cosa l’ha spinta a candidarsi?
«La voglia di non girarmi dall’altra parte di fronte all’avanzata della destra estrema in Italia. Quello che succede in Italia riguarda tutti noi, indipendentemente dal lavoro o dal ruolo che si ricopra nella società. Questo è il momento in cui ognuno di noi è chiamato ad esprimere la propria volontà, a dire in quale Italia vorrebbe vivere e quale vuole costruire per il futuro. Oggi siamo chiamati a compiere una scelta di campo, netta, decisa, con grandi ripercussioni sulle scelte che condizioneranno gli anni a venire e il futuro delle nuove generazioni alle quali non possiamo lasciare solo un debito economico enorme e un deficit nei diritti sociali e civili. Non potevo starmene a guardare. Ho accettato la candidatura al Senato nella lista plurinominale per poter dare il mio contributo di idee, di analisi critica, di esperienza. L’ho fatto già 5 anni fa con Liberi e Uguali alla Camera, ma oggi la necessità e la voglia di dire la mia è più forte che mai.»
Prima “mai con il Pd” poi Sinistra Italiana si è apparentata. Scelta strategica o per avere qualche seggio in più?
«La nostra è un’alleanza elettorale. Tra noi e il Pd esistono delle differenze che non abbiamo mai nascosto, che anzi abbiamo evidenziato proprio per essere corretti, seri e coerenti con le persone. Ci sono anche tanti elementi di convergenza, come sulla questione della transizione ecologica, sulla lotta alla precarietà. Oggi le elettrici e gli elettori hanno l’occasione concreta non solo di scegliere tra la destra estrema che si presenta a queste elezioni e un’area democratica e di sinistra rappresentata da questa coalizione, ma hanno anche la possibilità di dire, all’interno della nostra coalizione, se preferiscono che il centrosinistra si occupi di alcuni temi piuttosto che altri. Se vogliono il salario minimo a 10 euro l’ora, se vogliono un centrosinistra che lavori sulla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, se vogliono la gratuità dell’istruzione dall’asilo nido fino alla fine dell’università, che insomma indichi un’alternativa più netta e più chiara al problema della diseguaglianza sociale.»
Quali sono i suoi temi cardine in questa campagna elettorale?
«L’Italia è l’unico paese in cui negli ultimi trent’anni gli stipendi non solo non si sono adeguati al costo della vita, ma sono andati indietro, sono arretrati, hanno il segno meno. Occorre ricostruire un meccanismo che agganci gli stipendi e le pensioni al costo della vita. Un tempo c’era la scala mobile. Possiamo discutere la formula con cui costituire questo meccanismo, ma penso che nessuno possa negare che se gli affitti aumentano, le bollette aumentano, il pane e la pasta aumentano, aumentano i costi legati alla nostra vita quotidiana, non possa esistere che l’unica cosa che rimane ferma, anzi arretra, siano gli stipendi e le pensioni.»
In quale collegio si candiderà?
«Sono candidato al Senato della Repubblica nel collegio Campania P02, Avellino, Benevento, Caserta e Salerno, nella lista plurinominale.»
Economia nazionale, situazione russa, tra guerra di bombe e rincaro bollette, e ambiente. La sua posizione e come pensate di risolvere.
«Abbiamo un doppio problema che riguarda le decine di migliaia di aziende che rischiano di chiudere in poche settimane e riguarda milioni di italiani che non riescono più a pagare bollette che sono impazzite e che oggi determina una crescita dell’inflazione che supera ogni record. Gli ultimi dati ci dicono che l’inflazione ha raggiunto l’8,4%, questo significa non solo che le bollette hanno costi insostenibili, ma che anche i costi delle materie prime e delle necessità stanno lievitando verso l’alto. Tutto questo mentre salari e pensioni restano bloccate. Per intervenire su questa emergenza bisogna rapidamente recuperare delle risorse in grado di attutire l’impatto dell’inflazione e di ridurre il costo delle bollette e per questa via di rafforzare il potere d’acquisto dei salari e delle pensioni. E c’è un unico modo per farlo senza imbrogliare gli italiani. Non è quello dello scostamento di bilancio, ovvero un’altra operazione a debito che prende soldi pubblici delle famiglie e delle imprese per ridarli alle famiglie e alle imprese. Il modo più serio per farlo è prendere 50 miliardi di euro che sono l’ammontare degli extraprofitti delle compagnie energetiche, grandi e meno grandi. Gli extraprofitti sono i profitti che sono determinati attraverso meccanismi speculativi, che vanno oltre il normale margine di guadagno, non si tratta di togliere il margine di guadagno necessario per ogni azienda per fare il suo mestiere. Si tratta di fare in modo che quei 50 miliardi di euro di extraprofitti vengano immediatamente messi a disposizione del sistema di imprese e di famiglie di questo paese. La Francia di Macron ha imposto un prelievo del 45%. Noi lo proponiamo integrale. L’Italia non è arrivata a chiedere oltre il 25% e non è riuscita nemmeno ad ottenerle quelle risorse. Erano 10 miliardi e finora nelle casse dello Stato è entrato meno di un miliardo.»
Per quanto concerne gli sbarchi di clandestini, soluzioni?
«La destra di questo paese ha un programma esplicito di riduzione dei diritti di libertà, civili, su ogni fronte, anche sul tema dell’immigrazione che torna ciclicamente in ogni campagna elettorale come cavallo di battaglia di una destra che propone un blocco navale o una politica di respingimento in quei lager libici dai quali ogni giorno arrivano le immagini terribili di corpi straziati e umiliati dalla detenzione. Noi pensiamo che vadano allargati i diritti di cittadinanza e che i bambini e le bambine che nascono in questo paese debbano avere riconosciuta pienamente la cittadinanza. Non esiste oggi nessuna emergenza migrazione e, nonostante il becero populismo della destra che alimenta razzismo e paure, non siamo di fronte a nessuna invasione, ma a percorsi migratori che rappresentano una risorsa demografica, economica e sociale fondamentale. Bisogna respingere e ribaltare le politiche della paura e della disumanità, dei respingimenti, dello sfruttamento e della marginalizzazione. Occorre invece lavorare per una politica dell’accoglienza e dell’integrazione, garantendo a tutte e tutti una piena parità di diritti. Perché i diritti non sono un gioco a somma zero, non bisogna toglierne ad alcuni per darne ad altri, ma servono se sono universalmente riconosciuti e rispettati. Dobbiamo guardare alle cause profonde delle migrazioni, che sono spesso l’effetto diretto delle diseguaglianze, di guerre, ma anche delle devastazioni climatiche e delle politiche che nel corso degli anni hanno spossessato di risorse e impoverito le popolazioni dei Sud del mondo. Serve poi anche una estensione del diritto di asilo che ricomprenda anche la protezione dei rifugiati climatici e ambientali. Contrastiamo qualsiasi forma di criminalizzazione dell’aiuto e della solidarietà. Lavoreremo per garantire piena agibilità e sostegno a chi è impegnato nell’accoglienza, sia nel paese che nelle rotte migratorie, e nel salvataggio. Crediamo inoltre che vada ripristinata una missione pubblica, italiana ed europea, di salvataggio in mare.»
Cosa vuole dire ai suoi elettori?
«Alla luce di questa pessima legge elettorale, noi vogliamo contribuire a sconfiggere la destra in tutti i collegi uninominali, ma vogliamo anche dire la nostra sul centrosinistra del futuro.»
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia