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Crisi di governo, l'Italia a un passo dalla libertà... Che però fa paura

La Lega ha paura di far cadere il governo come fece con il Conte 1: scegliere la libertà fa paura, soprattutto in tempo di inflazione e caro energia: la responsabilità sarebbe troppa

19 Luglio 2022

Matteo Salvini e Mario Draghi

Matteo Salvini e Mario Draghi (fonte: Lapresse)

Sebbene tutti siano consapevoli che le forze estere, le lobby e le banche, le organizzazioni sovranazionali, la Commissione Europea e tutto il blocco occidentale pro-Ucraina, vogliano la prosecuzione della legislatura con a capo l'ex presidente della BCE, Draghi risulta comunque infastidito dagli schiamazzi che ancora imperversano tra i corridoi del palazzo. E se il Movimento 5 stelle è ormai intenzionato a staccare la spina al Governo, attribuendo a Draghi anche la responsabilità delle fratture interne del partito, in area di centrodestra prevale la corrente governista, esiste una frattura taciuta all'interno della Lega che mal digerisce la perdita dei consensi e che attribuisce a quest'ultima la permanenza all'interno di un governo che rappresenta qualcosa di diverso rispetto alla propria identità.

Crisi di governo, le due anime della Lega: e la tentazione di Giorgetti...

La Lega in questo momento oscilla dal "vorrei ma non posso liberarmi di lui", con un Salvini spaesato, prima reticente e quasi tentato ad abbracciare la Meloni e poi stretto gomito a gomito con Silvio Berlusconi, timoroso per essere sprofondato giù negli abissi del gradimento popolare. Una Lega che torna quella di sempre, convinta che le elezioni si possano rimandare e che forse qualche punto percentuale potrà essere acquistato. Ma non è l'idea di tutti perché se la Lega restasse dov'è adesso, potrebbe soltanto perdere credibilità nella sua base di elettori.


E poi c'è l'Italia, quella fatta di cittadini che si esprimono in democrazia e che, ormai da sempre, non vedono un governo che risponda alle loro preferenze elettorali, grazie al susseguirsi di governi tecnici che nessuno ha il coraggio di rimuovere. E Draghi è lì per questo, per garantire gli interessi europei: quelli delle banche, quelli degli affari, delle ricostruzioni e della gestione dei fondi conferiti all'Italia come supporto per la pandemia di covid 19. Ed è ai cittadini che Il Giornale d'Italia ha chiesto di esprimersi con un sondaggio che ha rivelato quanto Draghi sia malgradito alla popolazione. Ed è questa la responsabilità che i governisti devono assumersi: quella di voler tenere un governo che agli italiani non piace, quella di essere impopolari e fare una scelta che forse causerà una perdita di consensi.

Crisi di governo: il M5S come la Lega di due anni fa...

Ciò che il Movimento 5 stelle ha in mente di fare domani, non è molto diverso da quello che fece la Lega nel 2020, quando staccò la spina al suo stesso governo. Da lì cominciò lo scivolone verso il basso che riportò a galla il PD. Perchè la Lega adesso ha intenzione di non staccare la spina a Draghi? Perché, visto che è proprio la Lega ad essere determinante in Parlamento per poter tornare al voto così come vuole Giorgia Meloni?

Il partito di Salvini non ha il coraggio di compiere quel passo, pur essendo sulla soglia della Libertà: troppo grande sarebbe la responsabilità dinanzi ad un quadro internazionale incerto, caratterizzato dall'inflazione che vola, dal boom dei prezzi alimentari che hanno registrato un incremento di oltre il 30%, e una politica energetica da ricostruire e, per l'occasione, ci ha pensato Mario Draghi andando ad Algeri e siglando un accordo con la Sonatrach.

Crisi di governo, la crisi economica che fa paura alla destra ... e a Draghi

La crisi economica che sta investendo l'occidente rischia di mettere in bilico anche i progetti commerciali elaborati dalle aziende e dai paesi dell'unione Europea nel post pandemia: i progetti infatti concernevano calcoli di import-export di un commercio che si estendeva in tutto il globo e che adesso viene irrimediabilmente intaccato. La Russia si distacca nettamente dal continente europeo per fondersi con la Cina e con l'India in una compagine eurasiatica. Quella di cui avrebbe dovuto far parte anche l'Europa se non altro per tradizione millenaria, che però l'Europa stessa è pronta a rinunciare in favore del Patto Atlantico.


Ma far cadere il Conte 1 era una cosa, far cadere il governo Draghi, ben voluto all'estero dove gli accordi diplomatici potrebbero fare la differenza in caso di recessione, è proprio differente. Significherebbe inimicarsi le correnti europeiste di tutto il mondo, soprattutto in vista di una vittoria elettorale conseguita insieme a Giorgia Meloni. E così nella Lega nasce il dubbio, soprattutto memori della perdita dei gradimenti eppure consapevoli di quanto possa far volare lo spread un governo malvisto da Bruxelles.

Crisi di Governo: l'unico motivo che farebbe scappare via Draghi...

Dal canto suo Draghi dovrà confrontarsi con la possibilità di non riuscire a raggiungere gli stoccaggi al 90% entro ottobre, infatti quest'estate costerà moltissimo a causa del caldo torrido che costringerà gli italiani a tenere accesi i condizionatori, in barba a quanto lui stesso riferì durante la presentazione del Def il 7 aprile scorso a Palazzo Chigi quando invitò gli italiani a scegliere tra la pace e i condizionatori accesi, così delineando la scelta europea di non voler trattare con Mosca.

Nulla è cambiato da allora, ma la fuga di Draghi determinerebbe uno scaricabarile, perché la patata bollente sarà l'inverno, quello che dovremmo affrontare e che ci consentirà di arrivare a febbraio 2023 con le ossa rotte.

Come ha detto Giorgia Meloni: è nella tempesta che va fatta una scelta e l'Italia adesso può scegliere se guadagnarsi la libertà col rischio di inimicarsi l'Europa, o restare comodi e allacciare le cinture per l'inverno addebitando le responsabilità politiche ad un tecnico e al Movimento 5 stelle che sarebbe inevitabilmente tagliato fuori.

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