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Crisi di governo, perché Draghi potrebbe spiazzare tutti e restare dov'è adesso

Crisi di governo e voto di fiducia: anche se mercoledì il parlamento dovesse sostenere Draghi, lui andrà via lo stesso? Dalle pressioni che sta ricevendo da suoi "amici" americani ed europei potrebbe vincere la linea poltronista

17 Luglio 2022

Cosa farà davvero Mario Draghi è difficile sondarlo: si può procedere per statistica, per conoscenza di fatti pregressi e, seguendo questa scia, si giungerebbe alla conclusione che Mario Draghi mercoledì non proseguirà comunque. Eppure le pressioni politiche esterne al paese, da parte di Bruxelles, BCE, Goldman Sachs e Stati Uniti d'America è talmente tale che Mario Draghi potrebbe addirittura cedere e restare seduto lì.

Crisi di Governo, Draghi ha i numeri per restare

Assodato infatti che i numeri sono dalla sua parte e che la Lega non ha effettivamente il coraggio di andare contro l'ex presidente della BCE, tanto da presupporre una frattura interna al partito è capeggiata da Giorgetti che invece preferirebbe andare ad elezioni, la possibilità che draghi resti è oggettivamente di poco superiore al 50%.

Mercoledì potrebbe accadere ciò che nessuno si aspetta, vale a dire tutto ciò che è stato escluso fino ad ora, un Draghi bis e senza Movimento 5 stelle. Una situazione che Mario Draghi, dovrebbe spiegare all'Italia intera visto che è esattamente l'ipotesi che aveva escluso. È l'ex presidente della BCE è solitamente una persona conseguente, tende a fare ciò che dice poiché ciò che dice è frutto della sua determinazione. Per Draghi sarebbe preferibile andare via, non accollarsi la responsabilità politica della crisi energetica che investirà l'Italia ad ottobre.

Crisi di Governo, Draghi: restare per mandare a casa Conte

Però restare gli procurerebbe indubbiamente un paio di vantaggi: costringerebbe Conte e tutti i ministri alle dimissioni liberando definitivamente il governo da coloro che sono a tutti gli effetti considerate delle "cellule cancerogene". Dal canto loro tuttavia i ministri e Conte hanno dichiarato di non averla voluto mancare di fiducia al governo, ma di dover necessariamente togliere il voto al decreto aiuti poiché nessuno dei nove punti promossi dal loro partito era stato inserito all'interno del decreto. Una situazione umiliante, più che ricattatoria, politicamente inaccettabile.

Crisi di Governo, Draghi fuori dal palazzo? Non lo vogliono i poteri forti

Se tuttavia Draghi andasse a casa, nel caso si andasse ad elezioni, vincerebbe inevitabilmente il fronte pro Putin, quello della frangia di destra di Giorgia Meloni e di una certa base leghista che oggi ha abbandonato la nave. Lo sanno bene in America, lo sanno bene a Bruxelles ed è per questo che le pressioni estere su Draghi al governo potrebbero addirittura prevalere sulle questioni di una crisi di governo politica extraparlamentare che costringerebbe comunque, come sottolineato da Giorgia Meloni, a dare mandato al Presidente della Repubblica di avviare le consultazioni, ipotizzare un ritorno alle urne oppure ricostituire la maggioranza di governo.

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