18 Maggio 2022
Se Zelensky fino a pochi giorni fa rappresentava, giustamente, il “martire” per eccellenza, ora si ritrova ad essere lo zimbello del suo paese; finchè interviene al palazzo della Nato e nei vari parlamenti europei e mondiali, l’aria d’istituzionalità è dietro l’angolo, ma quando i suoi appelli di pace (o di guerra, a giorni alterni) vengono fatti in manifestazioni mondane, allora parte del mondo inizia a chiedersi se il “buono” fa l’interesse dell’Ucraina o è una mera questione d’apparire. In questo momento, il filo rosso è molto sottile.
Certamente, l’Ucraina è alla disperazione economica e sociale, ma le recentissime uscire del suo Presidente non aiutano né il paese né la pace ma anzi inaspriscono i rapporti e fanno storcere molti nasi, dalle diplomazie al vox populi. È come se il buon Zelensky partecipasse ad un reality show dalla durata illimitata, dove può prendere la parola in qualsiasi momento e fare ciò che vuole, complici gli Stati preoccupati ovviamente dalla situazione. Il punto è che tali paesi, da qualche giorno a questa parte, si stanno accorgendo che c’è oggettivamente qualcosa che non torna: Zelensky appare ovunque, passi avanti non se ne fanno, gli incontri diplomatici vanno a rilento e si concludono sempre in un nulla di fatto, i vari paesi vorrebbero far qualcosa ma iniziano ad apparire imbarazzati da un certo modus operandi degli esponenti ucraini.
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