08 Aprile 2022
Matteo Salvini (fonte: Lapresse)
Il leader della Lega Matteo Salvini non cede sulla riforma fiscale: "Non voteremo la delega, aumenta le tasse". Il clima all'interno del governo si fa sempre più teso e l'ipotesi della rottura sulla legge delega per la riforma fiscale è diventata più concreta. Ad aumentare i veleni ci pensa Salvini, che all'uscita dall'aula del tribunale di Palermo in cui si trovava per un'udienza sul processo Open Arms dichiara: "Mi fa piacere che Draghi a parole dica che non vuole aumentare le tasse, ma la Lega e il centrodestra non possono votare un documento dove c'è scritto che potranno aumentare le tasse sui risparmi, sui conti correnti, sui titoli di Stato, sugli affitti e sulla casa". Il centrodestra ha chiesto un chiarimento al presidente del Consiglio e l'incontro della "pace" potrebbe tenersi martedì prossimo.
"C'è la guerra, c'è la pandemia ancora in corso e ipotizzare aumenti di tasse non è assolutamente immaginabile: abbiamo chiesto un incontro a Palazzo Chigi come centrodestra perché nel provvedimento fiscale c'è scritto che si ipotizza un aumento del sistema duale delle tasse sui Bot, sui titoli di Stato, sulla cedolare secca sugli affitti e con la riforma del catasto evidentemente se aumenta il valore di una casa aumentano le tasse che i cittadini pagano e ci sono ripercussioni sull'Isee, sui contributi pubblici e sul portafoglio delle famiglie", prosegue nel ragionamento il leader del Carroccio.
A nulla è valsa la nota di chiarimento arrivata ieri da palazzo Chigi, in cui si ribadiva ancora una volta che il governo non ha intenzione di aumentare le tasse. Salvini e il presidente di Forza Italia, Antonio Tajani, incontreranno Draghi la settimana prossima come centrodestra di governo unito, anche se la stessa Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, condivide la battaglia sul tema: "Non è possibile mettere insieme partiti che la pensano in maniera diametralmente opposta tra loro e pensare di poter dare risposte coerenti ai cittadini. Reputiamo gravissima l'ipotesi ventilata da Draghi di porre la fiducia su una legge delega, lo strumento attraverso il quale il Parlamento fissa principi e criteri direttivi entro i quali deve attenersi il Governo per legiferare".
Il problema principale è la differenziazione della tassazione che porterebbe al cosiddetto "sistema duale": da un lato i redditi da lavoro tassati in maniera progressiva, dall'altro i redditi da capitale tassati in modo proporzionale. Per questi ultimi l'obiettivo del governo è predisporre due aliquote in via transitoria e una sola quando il sistema sarà entrato a regime.
Uno scenario che non piace per nulla al centrodestra, come scritto, ma che invece viene condiviso dalle altre forze di maggioranza, in primis il Partito democratico. Il leader dem Enrico Letta ha commentato le ultime tensioni nel governo con un tweet: "Parte da destra una montatura propagandistica su inesistenti aumenti delle tasse. È bene essere chiari. Gli unici aumenti che subiamo e rischiamo di subire hanno un solo responsabile, Putin e la sua guerra. Non si provi a rivoltare la frittata. Non lo consentiremo", il monito dell'ex premier.
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