13 Febbraio 2022
Fonte: lapresse.it
Anche Giancarlo Giorgetti si aggiunge al coro di critiche verso il superbonus all'edilizia varato dal precedente governo Conte. Secondo il ministro dello Sviluppo Economico infatti, la misura avrebbe drogato un settore in cui l'offerta di manodopera resta limitata, generando come conseguenze l'aumento dei prezzi e la crescita dell'inflazione. "Del superbonus bisogna parlare perché da più parti si chiede che torni la politica industriale in Italia", ha dichiarato Giorgetti in un'intervista al Corriere della sera. L'esponente leghista si accoda dunque alla dichiarazioni fatte dal premier Mario Draghi e dal ministro dell'Economia Daniele Franco durante la conferenza stampa sulla riforma del Csm. Il titolare del dicastero aveva infatti dichiarato che sui bonus edilizi "si possono pensare ulteriori affinamenti, stiamo pensando di tracciare meglio. Tutto si può fare ma resta fondamentale evitare ulteriori truffe che sono tra le più grandi che questa Repubblica abbia visto".
Invocando sostegni alla politica industriale, Giorgetti torna sul tema del superbonus: "C'entra perché in legge di Bilancio il governo aveva cercato di limitarlo, poi il Parlamento ha deciso di allargare le maglie, anche troppo. Ora costerà moltissimo. Stiamo mettendo un sacco di soldi sull'edilizia che, per carità, può aver avuto senso sostenere nella fase più dura della pandemia e di certo contribuisce chiaramente alla crescita. Ma ora droghiamo un settore in cui l'offerta di imprese e manodopera è limitata. Stiamo facendo salire i prezzi e contribuiamo all'inflazione". Pareri analoghi a quelli del presidente del Consiglio, secondo cui: "Non è che l’edilizia senza il superbonus non funziona [...] altrimenti tutti i paesi starebbero a zero".
Per Giorgetti il focus su cui l'esecutivo deve concentrarsi è quello della "rivoluzione digitale e energetica" e dello "choc che investe l'automotive, che deve uscire dai modelli endotermici tradizionali. Invece diamo soldi ai miliardari per ristrutturare le loro quinte case delle vacanze. Ride tutto il mondo. Intanto rischiamo che dilaghi la disoccupazione nell'industria. Se ci sono decine di miliardi per ridisegnare le filiere industriali, bene. Ma in caso contrario, che stiamo facendo? Droghiamo certi settori e ne lasciamo a languire altri, quelli strategici per l'Italia".
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