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Draghi, Governo tecnico o politico? Le mosse del nuovo Premier

Il Premier Mario Draghi sta per formare la sua squadra, affidandosi alle consulenze per capire la soluzione migliore: si va verso un equilibrio tra Governo tecnico e politico

04 Febbraio 2021

Draghi, Governo tecnico o politico? Le mosse del nuovo Premier

Fonte: lapresse.it

Il nuovo Premier Mario Draghi presto sarà chiamato a scegliere la propria squadra di Governo, si va verso un esecutivo diviso tra tecnico e politico. Siamo appena agli inizi e per vedere chi comporrà la squadra dell'ex presidente della Bce bisogna aspettare ancora qualche giorno. Oggi, giovedì 4 febbraio, è infatti appena il primo giorno di Draghi come Presidente del Consiglio. Tuttavia, sembra certo che, per riuscire ad avere i numeri sia in Parlamento che in Senato, il premier incaricato debba formare un Governo che non ricordi troppo quello del suo omonimo Mario Monti. Non un Governo tecnico, dunque, ma nemmeno troppo politico.

Draghi, Governo tecnico o politico?

Sicuramente Draghi non avrà davanti una strada in discesa. Tutto il contrario. Nei giorni scorsi non ha sentito alcun esponente di nessun partito, in quanto impegnato a dialogare con Sergio Mattarella. A partire da oggi, però, dovrebbero cominciare gli incontri con i vari capigruppo. Dal Presidente della Repubblica ha ottenuto carta bianca sulla composizione del nuovo Governo. Stando a nuove indiscrezioni, inoltre, dovrebbe avere anche più tempo del previsto, in quanto, essendo lui l'ultima possibilità prima di eventuali urne, deve provare a fare tutto per il meglio. 

La composizione di una nuova maggioranza si presenta complessa, ma, come ha ricordato il Corriere della Sera, non dovrebbe essere più difficile di quando lo stesso Mario Draghi salvò, gestendo il board della Bce nel passaggio più drammatico, l’euro e l'Unione europea.

Le mosse del Premier

Proprio il suo passato da presidente della Bce potrebbe suggerire che Draghi possa essere più incline a un governo politico che a un governo tecnico. Sempre lo stesso nuovo Premier, per di più, non ha mai visto di buon occhio i governi tecnici, in quanto ha sempre dichiarato di ritenere che la rappresentanza sia un valore fondamentale della democrazia. E questo dovrebbe andare bene a molti dei partiti che ora risiedono nella aule di Camera e Senato, i quali ricordano ancora con "orrore" l'esperienza del Governo Monti. 

Ora, per capire quali saranno le sue prossime mosse, bisogna attendere la fine delle consultazioni. Draghi passerà in rassegna ogni singolo partito. Ascolterà idee e proposte e poi si prenderà tutto il tempo che gli serve per decidere quale impronta avrà il suo esecutivo. 

Draghi dovrebbe svolgere almeno due giri di colloqui. Una mossa che servirebbe anche, se non soprattutto per far rimarginare le ferite reciprocamente inflitte tra il Movimento 5 stelle e Italia viva (come tra Renzi e lo stesso Pd). Con questo ampio doppio giro di consultazioni, Draghi vorrebbe inoltre provare a guadagnare la fiducia perfino tra coloro i quali preferirebbero andare a nuove elezioni. Tra questi ci sono sicuramente i partiti del Centrodestra, ma anche molti esponenti del Movimento 5 stelle della fazione di Alessandro Di Battista. Il tempo in più serve per provare a chiamarli a sé in un governo, sì politico ma di stampo più istituzionale.

Incontro con Conte

Nella giornata di mercoledì 3 febbraio, Draghi ha incontrato il suo predecessore Giuseppe Conte. I due avrebbero discusso amichevolmente sulla complessità della situazione accennando al contempo ai molti dossier lasciati aperti o semplicemente più caldi, come Mes, Reddito di cittadinanza, legge elettorale e infine Recovery Fund. I due avrebbero anche discusso del garante del Movimento 5 stelle Beppe Grillo, il quale nelle stesse ore aveva apostrofato Draghi come "l’uomo dei poteri forti". 

Non è comunque detto che, alla fine, Draghi riesca a formare il nuovo Governo. Se così non sarà, allora il Paese dovrebbe cadere nelle mani della Lamorgese che avrebbe però solo il compito di portare il Paese al voto.

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