07 Luglio 2025
The Urban Mobility Council, il Think Tank della mobilità, promosso dal Gruppo Unipol, ha presentato i risultati delle ricerche sviluppate dal Politecnico di Milano e dal MIT Senseable City Lab sulla mobilità urbana, secondo cui progettare la sicurezza oggi, interrogando l’intelligenza artificiale, è di supporto tanto al cittadino quanto alle amministrazioni. È stato inoltre presentato il 1° Rapporto The Urban Mobility Council, realizzato con Isfort, Istituto Superiore di Formazione e di Ricerca per i Trasporti.
Il Think Tank, alla sua quarta edizione, si avvale dell’Alto Patrocinio del Parlamento europeo, del Patrocinio della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, di AGID – Agenzia per l’Italia Digitale, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, della Regione Lombardia e del Comune di Milano. Nasce per promuovere una piattaforma permanente di discussione, di condivisione di idee, ricerche e case studies tra stakeholders istituzionali, università e aziende impegnate ogni giorno per costruire la mobilità sostenibile del futuro.
Il Politecnico di Milano, in collaborazione con UnipolTech, ha sviluppato un innovativo modello di intelligenza artificiale in grado di stimare il rischio stradale urbano analizzando direttamente le immagini della retes tradale, integrate da dati telematici sulle frenate brusche registrate a bordo veicolo attraverso i dispositivi telematici (black box). L’obiettivo è fornire alle amministrazioni strumenti predittivi affidabili per individuare le aree urbane più critiche e pianificare interventi mirati sulla sicurezza. La ricerca si è focalizzata su un’area centrale di 25 km² a Milano dove, tra il 2023 e il 2024, sono stati rilevati oltre 80.000 eventi di decelerazione improvvisa, potenziali indicatori di rischio incidenti. Il territorio urbano è stato scomposto in migliaia di porzioni da 200x200 metri e analizzato in dettaglio: a ciascuna area è stato attribuito un punteggio di rischio (da 0 a 10) in base alla frequenza e distribuzione degli eventi critici.
Su queste informazioni è stato addestrato “RoadSafeAI”, un modello di rete neurale convoluzionale (CNN, una tipologia di rete neurale - algoritmo - progettata per elaborare dati strutturati in griglie come le immagini) capace di apprendere la correlazione tra configurazione stradale e pericolosità.
I risultati sono estremamente promettenti: l’algoritmo ha mostrato un’accuratezza superiore al 95% nel prevedere il rischio su zone escluse dalla fase di addestramento, grazie a un approccio di validazione spaziale. Questo rende la tecnologia utilizzabile anche in città prive di dati telematici, basandosi unicamente su immagini stradali.
Il sistema è aggiornabile con nuovi dati e integrabile con informazioni provenienti dagli enti locali (come le statistiche sugli incidenti) e consente di:
• mappare le zone urbane a maggior rischio di incidente;
• simulare l’effetto di modifiche infrastrutturali prima della loro implementazione;
• supportare la progettazione urbana, individuando i tratti più critici, come incroci complessi o zone a bassa visibilità.
La collaborazione tra Unipol e Politecnico di Milano conferma come l’unione tra ricerca avanzata e dati concreti possa dare vita a soluzioni intelligenti per città più sicure, sostenibili e orientate al benessere dei cittadini.
Sergio Savaresi, Direttore Dipartimento Elettronica, Informazione e Bioingegneria, Politecnico di Milano e Membro del Comitato di Indirizzo The Urban Mobility Council, ha dichiarato: "Il progetto di ricerca ha sviluppato un modello di intelligenza artificiale in grado di stimare, a partire da immagini della rete stradale, il livello di rischio associato a diverse aree urbane. Questo modello è stato alimentato e istruito con una enorme quantità di dati telematici e ha dimostrato un’eccellente capacità di generalizzazione, riuscendo a predire con precisione la rischiosità di aree urbane non utilizzate per l’addestramento della rete neurale"
Carlo Ratti, Direttore MIT Senseable City Lab e Membro del Comitato di Indirizzo The Urban Mobility Council, ha poi presentato una ricerca del MIT Senseable City Lab, in collaborazione con UnipolTech, che ha l’obiettivo di analizzare la relazione, a parità di limite di velocità, fra disegno della sede stradale e velocità media osservata nella strada. La ricerca ribalta una convinzione diffusa: la sola riduzione dei limiti di velocità non è sufficiente per rallentare il traffico urbano, dimostrando che è il design fisico delle strade a influenzare il comportamento dei conducenti, molto più della semplice segnaletica.
Molte città, inclusa Milano, stanno valutando la riduzione dei limiti di velocità urbani a 30 km/h per migliorare vivibilità e sicurezza. In questo contesto, il Senseable City Lab del MIT ha impiegato l’intelligenza artificiale per analizzare milioni di immagini e dati di mobilità veicolare raccolti da dispositivi UnipolTech.
I risultati sono chiari: la configurazione delle strade incide in modo decisivo sul comportamento dei conducenti. Ne emerge la necessità di affiancare alle politiche normative interventi concreti di design urbano, per rendere davvero efficaci le zone a 30 km/h.
Tra i principali risultati emersi dalla ricerca:
• I conducenti riducono la velocità di 2–3 km/h nelle zone a 30 km/h rispetto a strade simili con limite a 50 km/h – suggerendo che la segnaletica, da sola, ha un impatto limitato.
• Le strade strette e racchiuse, con alta densità edilizia, tendono a rallentare naturalmente il traffico.
• Le strade larghe, aperte e con lunghe linee visive favoriscono la guida più veloce.
• Un modello di intelligenza artificiale, addestrato con immagini stradali e dati spaziali, è in grado di prevedere il rispetto dei limiti da parte dei conducenti – offrendo un potente strumento per urbanisti e amministrazioni.
Lo studio ha preso avvio a Milano, dove sono stati analizzati oltre 51 milioni di punti di telemetria veicolare raccolti dai dispositivi UnipolTech, combinati con immagini di Google Street View. La ricerca è stata poi estesa ad Amsterdam e Dubai per testare il modello in ambienti urbani eterogenei, tenendo conto delle differenze culturali, climatiche e infrastrutturali. I risultati rafforzano il ruolo dei dati e dell’IA come strumenti essenziali per progettare città più sicure, vivibili e a misura di cittadino, dimostrando che una mobilità realmente sostenibile si costruisce anche attraverso la forma dello spazio urbano.
Carlo Ratti ha dichiarato: “Questo studio conferma che cambiare il numero su un cartello non basta. Se vogliamo strade più sicure, dobbiamo progettarle in modo che inducano intuitivamente i conducenti a rallentare. Questo concetto è noto da tempo, ma solo oggi, grazie all’intelligenza artificiale, possiamo affrontarlo con strumenti quantitativi, fin dalla fase di progettazione”.
Nel corso dell’evento è stato presentato inoltre il 1° Rapporto The Urban Mobility Council , realizzato con Isfort - Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti, che ha l’obiettivo di offrire annualmente al dibattito pubblico un qualificato strumento conoscitivo che descriva in modo esauriente le dinamiche e le innovazioni della mobilità dei cittadini, in particolare negli ambiti urbani.
Tra i dati rilevati emerge come la domanda di mobilità continua a calare rispetto ai livelli pre-pandemici (-3% rispetto al 2023, -8,5% rispetto al 2019), complice l’invecchiamento della popolazione. La mobilità urbana rappresenta circa il 70% degli spostamenti totali degli italiani, ma l’auto privata resta il mezzo di gran lunga più usato (oltre il 50% di utilizzo per gli spostamenti nelle aree urbane sono effettuati con l’auto).
Nonostante le difficoltà crescenti in merito alla circolazione e al parcheggio nei centri urbani, il trasporto pubblico copre meno dell’8% degli spostamenti, con significative disparità territoriali: al Nord si registra una sua maggiore diffusione, mentre nel Sud prevale un uso strutturale dell’auto. Il parco circolante è tra i più estesi in Europa (oltre 41 milioni di veicoli, 70 ogni 100 abitanti), ma anche tra i più vecchi: un’auto su quattro ha più di 20 anni. L’elettrico resta marginale (0,7% del totale circolante).
Nel 2024, il settore dei trasporti ha generato oltre 125 miliardi di euro di valore aggiunto (di cui 98,5 mld nei servizi, 78% del totale, e 27,7 mld nell’industria - fabbricazione di mezzi di trasporto), ma i dati sulla sicurezza stradale restano preoccupanti: più di 3.000 vittime e oltre 224.000 feriti nel 2023, con il maggior numero di incidenti concentrati in ambito urbano (73,3%). L’Italia è in ritardo sugli obiettivi UE: ha più vittime per milione di abitanti rispetto alla media europea. Il Rapporto sollecita un rafforzamento dei Piani Urbani della Mobilità Sostenibile (PUMS), l’integrazione delle politiche ambientali con criteri di neutralità tecnologica e l’adozione di strumenti innovativi come la Green Box in grado di misurare le emissioni reali dei veicoli e orientare in chiave meritocratica l’accesso alle ZTL o ad altre agevolazioni.
“Gli incidenti stradali, che provocano ogni anno oltre 3.000 morti, costituiscono un enorme costo sociale per il nostro Paese", afferma Enrico San Pietro, Group Insurance General Manager Unipol. “Per riprendere un percorso virtuoso di riduzione degli incidenti, i dati provenienti dai dispositivi telematici analizzati in profondità possono essere di grande aiuto, non solo come feedback costruttivi ai singoli automobilisti, ma ancora di più al fine di individuare i punti critici all’interno delle nostre città sui quali le amministrazioni pubbliche possano intervenire in modo mirato e tempestivo per migliorarne la sicurezza”.
Conclude Stefano Genovese, Head of Institutional&Public Affairs Unipol Assicurazioni e Coordinatore del Think Tank The Urban Mobility Council: “Gli effetti degli obiettivi normativi imposti dalla transizione ecologica stanno entrando concretamente nella vita e nelle tasche degli italiani, che ogni giorno si spostano per lavoro, famiglia e svago. Le cronache quotidiane raccontano soprattutto di nuovi blocchi, divieti e costi in crescita per i cittadini. Serve anche accompagnare la collettività con soluzioni, come quelle oggi offerte dall’IA e dai dati, che permettano di conciliare la necessità di muoversi liberamente con gli obiettivi di decarbonizzazione e aumento della sicurezza sulle strade”.
Al forum, moderato da Lavinia Spingardi, giornalista Sky Tg24, sono intervenuti: Carlo Carminucci, Direttore della Ricerca, Isfort; Arianna Censi, Assessora alla Mobilità, Comune di Milano; Renato Cortese, Direttore Centrale per la Polizia Stradale, Ferroviaria e per i Reparti Speciali, Polizia di Stato; Stefania Crotta, Direttore Generale, Direzione generale programmi e incentivi finanziari (PIF), Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica; Attilio Fontana, Presidente Regione Lombardia; Stefano Genovese, Head of Institutional & Public Affairs Gruppo Unipol e Coordinatore Think Tank The Urban Mobility Council; Mario Nobile, Direttore Generale, AGID e Membro del Comitato di Indirizzo The Urban Mobility Council; Carlo Ratti, Direttore MIT Senseable City Lab e Membro del Comitato di Indirizzo The Urban Mobility Council; Edoardo Rixi, Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti; Enrico San Pietro, Group Insurance General Manager, Unipol Assicurazioni; Sergio Savaresi, Direttore Dipartimento Elettronica, Informazione e Bioingegneria, Politecnico di Milano e Membro del Comitato di Indirizzo The Urban Mobility Council; Pierpaolo Settembri, Capo di Gabinetto aggiunto del Commissario Europeo per i Trasporti sostenibili e il Turismo e Membro del Comitato di Indirizzo The Urban Mobility Council; Emanuela Stocchi, Presidente, PIARC Mondiale - The World Road Association; Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy; Maya Weug, Scuderia Ferrari Driver Academy - Pilota F1 Academy.
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