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Piero Antinori, in Camera di Commercio a Firenze, ha conversato sullo stato di salute del vino in Italia

Ospite ai “Colloqui dell’economia”, il decano dei produttori di vino toscani, ha affrontato i problemi e le prospettive del settore, spesso di difficile interpretazione, in una fase come quella attuale particolarmente complessa

10 Dicembre 2024

Piero Antinori

Piero Antinori

Il terzo appuntamento  dei “Colloqui dell’economia”, si è svolto nell’auditorium della Camera di Commercio di Firenze in collaborazione con Il Sole 24 Ore-Radiocor, e ha avuto come protagonista Piero Antinori, insieme al presidente della Camera fiorentina, Massimo Manetti, intervistati da Giorgio Dell’Orefice del Sole 24 Ore. Antinori, leader della famiglia di produttori arrivata alla 27esima generazione, ha affrontato i problemi e le prospettive del settore, spesso di difficile e controversa interpretazione, in una fase come quella attuale particolarmente complessa.

“Negli ultimi cinquant’anni il vino toscano ha vissuto un autentico Rinascimento - ha detto Antinori – siamo passati dal puntare sulle quantità e sul basso prezzo a cercare la qualità e i prezzi alti. Questo salto ci ha consentito di rilanciare il settore, di riqualificare il territorio e di farci conoscere e apprezzare nel mondo. Per il futuro sono ottimista – ha aggiunto – anche se i nostri imprenditori faticano a fare gioco di squadra”.

Manetti ha ricordato l’impegno della Camera al fianco delle aziende: “Siamo in prima linea nell’organizzazione di eventi che promuovono il settore, da eventi come Saranno famosi nel vino al BuyWine alle Anteprime – ha sottolineato – e con il programma ExportHub accompagniamo le imprese sui mercati internazionali al ritmo di circa mille ogni anno”.

Il report sul vino dell’Ufficio studi della Camera di commercio mette in evidenza la forza del comparto. La Toscana, con 38mila imprese attive nel settore, nel primo semestre del 2024 è la seconda regione italiana dopo il Veneto per quota di export (15,3%) pari a 595mln di euro in valore (+3,5% rispetto al 2023). E le previsioni per il 2025 indicano un ulteriore rialzo, dopo la vendemmia 2024 che ha fatto registrare incrementi produttivi del 30 per cento.

 

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