19 Febbraio 2024
Melina Nappi, membro del Comitato Tecnico Scientifico dell'Osservatorio Italiano sulle Partecipate Pubbliche e Partner di Iniziativa
Sono stati diffusi oggi i dati Istat sulle Partecipate Pubbliche in Italia nel 2021; secondo i quali le unità economiche partecipate dal settore pubblico nel 2021 sono 7.808, il 2,0% in meno rispetto al 2020.
Aumenta il numero delle unità attive nei settori dell’Industria e dei Servizi (1,3%) con un aumento di addetti del 2,0% (886.123 addetti nel 2021).
La produttività media del lavoro (valore aggiunto per addetto) delle controllate pubbliche aumenta del 13,2% e risulta pari a 107.417 euro contro i 52.600 euro del totale nazionale del settore Industria e Servizi, anche in considerazione della loro maggiore dimensione media.
Il Ministero dell’economia e delle finanze si conferma l’ente più rilevante: controlla oltre il 52,2% del totale degli addetti delle imprese a controllo pubblico.
Ivo Allegro e Melina Nappi membri del Comitato Tecnico Scientifico dell'Osservatorio Italiano sulle Partecipate Pubbliche e Partner di Iniziativa, nel commentare i dati diffusi oggi dall'Istat sulle Partecipate Pubbliche in Italia nel 2021, hanno dichiarato: “Le società Partecipate dalla Pubblica Amministrazione (PA) hanno un impatto significativo sulla competitività territoriale e sulla qualità della vita delle persone, operando in settori cruciali che con i loro servizi generano o distruggono benessere per le comunità.
Le disparità nelle performance di queste società sono un fattore determinante nei divari territoriali italiani”. “Il nuovo quadro normativo,- spiegano Allegro e Nappi - con il rilassamento dei vincoli dell'art.192 del D.lgs. 50/2016 nel nuovo codice dei contratti pubblici (D.lgs 36/2023) e quindi con una maggiore facilità agli affidamenti diretti a queste società è una prova di maturità per il sistema Italia che impone una valutazione più accurata delle prestazioni effettive delle partecipate.
Bisogna, quindi, andare in questo settore ben al di là di visioni di ‘breve termine’, da politica con la ‘p minuscola’ spesso volte a generare consenso ma non valore sociale per le comunità.
Le regole attuali si concentrano sui benefici dell'affidamento in-house e sull'indicazione chiara dei vantaggi, evidenziando la necessità di un sistema di indicatori tempestivo per valutare le performance e il valore sociale generato dalle partecipate pubbliche.
Un processo di miglioramento e monitoraggio basato su definizioni precise dei KPI, misurazione periodica dell'impatto sociale, comunicazione trasparente delle performance e accountability è essenziale nel nuovo scenario normativo.
In questa prospettiva, attività di analisi come quella svolta dall'ISTAT sull'Universo delle partecipate hanno un valore importantissimo anche per think tank come il nostro Osservatorio Italiano sulle Partecipate Pubbliche, perché stabiliscono le tendenze macro e ci consentono di cogliere le evoluzioni di questo universo così importante per il nostro paese e che conta oltre 3.500 società e circa 600 mila addetti diretti.
Accanto a queste servono analisi più micro e profonde, come quelle che l'Osservatorio Italiano sulle Partecipate Pubbliche ha sviluppato di recente insieme alla Provincia Autonoma di Bolzano che consentono di introdurre valutazioni importanti in primis quelle sulla sostenibilità, l'impatto sociale ma anche le sfide da cogliere e da vincere per l'effettiva evoluzione delle performance di questo sistema e la generazione di valore sociale per le comunità in cui agiscono”.
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