23 Gennaio 2023
fonte: Lapresse
Anche Spotify ha deciso che era ora di sfrondare parte dei suoi dipendenti per "generare più efficienza". Circa 600 saranno le persone licenziate, il 6% del personale. Il colosso della musica in streaming è in linea con Twitter, Amazon, Microsoft e Google.
Daniel Ek, il CEO del brand svedese Spotify, ha annunciato con una lettera sul sito ufficiale che il 6% della forza lavoro sarebbe stata licenziata. Su 9800 dipendenti Spotify ha deciso, quindi, di lasciarne a casa circa 600. Già a ottobre Spotify ha licenziato 38 persone dai suoi studi podcast tagliando dal palinsesto 11 podcast originali.
Ek dà la sua spiegazione: "Nel tentativo di generare più efficienza, controllo dei costi e accelerare i processi decisionali, ho deciso di ristrutturare la nostra organizzazione". Aggiunge: "Continuo a ripetere che la velocità è la strategia più difendibile che un'impresa possa avere. Ma la velocità da sola non è sufficiente. Dobbiamo anche operare con efficienza."
Il CEO dice: "Mi assumo la piena responsabilità delle decisioni che prendiamo oggi". Ammette di dover prendere questa dura scelta ora perché in passato è "stato troppo ambizioso ad investire oltre la nostra crescita dei ricavi. Sarebbe stato insostenibile nel lungo termine".
È fiducioso che questa mossa migliorerà i conti del brand, che nel 2022 aveva visto la crescita delle spese operative essere il doppio rispetto a quella dei ricavi. "Per effetto di queste dure scelte saremo meglio posizionati per il futuro. Abbiamo obiettivi ambiziosi e niente è cambiato nel nostro intento di raggiungerli", dice Ek. Chi viene licenziato riceverà un'indennità media di cinque mesi, accompagnata dall'assicurazione sanitaria. Spotify stima di spendere 35-45 milioni di euro una tantum.
Spotify non è l'unico brand che ha deciso di licenziare parte consistente dei propri dipendenti. Uno dei tagli più importanti è stato fatto da Amazon: nei primi mesi dell'anno, per rientrare dopo gli investimenti della pandemia, ha lasciato a casa 18mila dipendenti, circa il 5% del personale dei suoi uffici.
Sta procedendo allo stesso modo Microsoft, che all'inizio dell'anno ha scelto di licenziare 11mila persone; la revisione dei costi comporterà anche modifiche al proprio portafoglio di hardware e una razionalizzazione delle proprie sedi in affitto, con l'obiettivo di risparmiare circa 1,2 miliardi di dollari.
La crisi ha investito tutto il settore tech che, dopo l'espansione nel 2020 e nel 2021, deve tornare a far quadrare i bilanci. Alphabet, la società a capo di Google, ha dichiarato che avrebbe eliminato 12mila posti di lavoro.
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