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L’artista serba Ana Vujovic e il difficile presente raccontato in una mostra commissionata e prodotta da MAD Murate Art District.

Organizzata da MUS.E, inaugura il 28 aprile “Trying to grow wings”, l’articolato progetto dell’artista serba curato da Renata Summo O’Connell, Artegiro, commissionato e prodotto da MAD Murate Art District.

27 Aprile 2022

MAD

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Inaugura il 28 aprile “Trying to grow wings”, l’articolato progetto dell’artista serba Ana Vujovic,  curata da Renata Summo O’Connell, Artegiro, commissionato e prodotto da MAD Murate Art District. La mostra, che si sviluppa nei vari ambienti del complesso, dal portico esterno fino alle celle al primo piano, è il frutto di una lunga residenza negli spazi del centro di arte contemporanea, dove l’artista ha lavorato per oltre un mese ad un progetto interamente site-specific. E’una comunità che lotta, che spiega le ali per volare nonostante un presente difficile quella raccontata dall’artista serba che nel suo lavoro di ricerca affronta le nostre contraddizioni, come l’appropriazione e l’uso della tradizione e dell'estetica storicizzata nella società contemporanea, compresa quella della sua regione, trascendendo tuttavia interpretazioni binarie tra la cultura europea orientale e occidentale.

Il suo stile unico, che abbraccia installazioni multimediali, le consente di occuparsi di ferite e eredità sia storiche che contemporanee in installazioni come Glitch, una delle serie di Kanonatra, allestita in un edificio governativo di Belgrado, che problematizza il valore simbolico dello sfruttamento del kilim. L’artista ha esposto le sue opere in mostre personali e collettive sia a livello nazionale che internazionale e ha partecipato a numerose residenze internazionali. È stata inoltre selezionata per la Biennale dei Balcani 2022 e i suoi lavori sono stati esposti al Sharjah Art Museum per l’Islamic Art Festival nel dicembre 2021.

Partendo da una tradizione pre-slavica di tessitura, antica arte femminile, Ana Vujovic ha a lungo investigato il rapporto tra tradizione, storia, questione di genere da un lato, e sul ruolo dell’errore, del glitch dall’altro, come scrive la storica dell’arte Sladjana Petrović Varagić a proposito del suo lavoro. Un progetto di ricerca che, dalle tecniche tradizionali del suo paese d’origine approda oggi a Firenze, ibridando la pratica di quest’artista contemporanea con materie e simboli della lunga tradizione locale.  Attraverso il concetto di canone e del gesto di tessitura, già al centro della serie Kanonatra, l’artista si è calata nel contesto fiorentino scegliendo di utilizzare come materia prima sete e carte pregiate, grazie alla collaborazione di Antico Setificio Fiorentino e Rossi1931.

Il fil rouge che attraversa il corpus di opere create per la mostra è il simbolo dell'uccello, che l’artista ha individuato sia nel pattern del tessuto rinascimentale “Uccellini” sia in alcune carte tradizionali: lo ritroviamo in tutti gli ambienti, dall’esterno all'interno di MAD, quale simbolo di resilienza. La nostra città, fiera di una bellezza antica e presente, è fin dal primo sopralluogo fiorentino apparsa all’artista autentica e resistente grazie al senso profondo di Comunità, riscoperto da Ana Vujovic quale segno fondante il MAD, e potente strumento di reazione e rivivificazione estetica.

I versi della poetessa Etel Adnan citati nel titolo, "Non stiamo giocando un gioco di dolore, stiamo cercando di sviluppare le ali e volare" (trying to grow wings), definiscono l'invito dell’artista a liberarsi dalle complesse difficoltà del presente per andare oltre. Come in tre capitoli, dall’audio esterno sotto il loggiato fino al culmine in sala Anna Banti, passando per le complesse installazioni nelle tre celle, l’artista utilizza la materia per costruire un complesso palinsesto di significati che scava, costruisce, moltiplica i livelli di senso e di lettura del lavoro.

La mostra è stata allestita e verrà valorizzata grazie alla collaborazione delle studentesse di Accademia di Belle Arti e alle studentesse del Dipartimento SAGAS, Università di Firenze.  A loro e ai docenti professori Cristina Frulli, Gaia Bindi, Susanna Ragionieri e Paolo Parisi con il Direttore Claudio Rocca (ABA) e al prof. Giorgio Bacci (UNIFI) vanno i nostri sentiti ringraziamenti. La mostra, con preview il 28 aprile alle 17.30 alla presenza dell’artista e della curatrice, è visitabile dal 29 aprile al 30 luglio, dal martedì al sabato, ore 14.30-19.30. Ultimo accesso mezzora prima della chiusura. Le visite guidate alla mostra, gratuite su prenotazione, si terranno tutti i venerdì e i sabati di maggio, giugno e luglio alle ore 15-16, 16.30-17.30, 18-19

Gli altri giorni della settimana, dal martedì al giovedì, su prenotazione. Laboratori per bambini, gratuiti su prenotazione, si terranno in orario 15.00-17.00 nei giorni 28 maggio, 11-18-25 giugno, 2 luglio. La mostra, organizzata da MUS.E in collaborazione con Artegiro, è realizzata con il contributo di Fondazione CR Firenze. Si ringrazia per la proficua e generosa collaborazione: Antico Setificio Fiorentino, storica azienda tessile che produce tessuti preziosi utilizzando telai manuali e semimeccanici del 1786. Rossi1931, storica azienda che da 3 generazioni produce carte pregiate decorative, grazie al design dell’artista Patrizia Margheri

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