Lunedì, 22 Dicembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Bulgaria, lettera da 8 associazioni europee a Ue per sospendere o rivedere adesione a Eurozona dopo caduta governo filo-russo Zhelyazkov

8 associazioni di sei Paesi europei hanno deciso di unire le forze per sollecitare un intervento delle istituzioni comunitarie sul dossier Bulgaria-Eurozona. In una lettera aperta indirizzata alla Commissione Europea, alla Commissione ECON del Parlamento Europeo e alla Banca Centrale Europea, i firmatari chiedono la sospensione o quantomeno un rigoroso riesame del processo di adesione di Sofia alla moneta unica

22 Dicembre 2025

Bulgaria, lettera da 8 associazioni europee a Ue per sospendere o rivedere adesione a Eurozona dopo caduta governo filo-russo Zhelyazkov

Zhelyazkov-Metsola Fonte: X @EP_President

8 associazioni provenienti da sei Paesi europei hanno inviato una lettera aperta alle istituzioni Ue chiedendo la sospensione o un rigoroso riesame del percorso di adesione della Bulgaria all’Eurozona. L’iniziativa arriva dopo la caduta, l’11 dicembre, del governo filo-russo guidato da Rosen Zhelyazkov, travolto da proteste di massa e da una profonda instabilità politica. Secondo i firmatari, le condizioni attuali del Paese non garantirebbero il rispetto dei criteri richiesti dai Trattati europei. Il rischio, avvertono, è quello di minare la credibilità delle istituzioni comunitarie e l’integrità stessa dell’area euro.

Bulgaria, lettera da 8 associazioni europee a Ue per sospendere o rivedere adesione a Eurozona dopo caduta governo filo-russo Zhelyazkov

8 associazioni di 6 Paesi europei hanno deciso di unire le forze per sollecitare un intervento delle istituzioni comunitarie sul dossier Bulgaria-Eurozona. In una lettera aperta indirizzata alla Commissione Europea, alla Commissione ECON del Parlamento Europeo e alla Banca Centrale Europea, i firmatari chiedono la sospensione o quantomeno un rigoroso riesame del processo di adesione di Sofia alla moneta unica.

La missiva è stata inviata anche alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, al vicepresidente esecutivo Valdis Dombrovskis, al commissario Michael McGrath e alle direzioni generali competenti, DG ECFIN e DG JUST. Al centro delle preoccupazioni espresse vi sono l’instabilità politica cronica del Paese e le carenze nella governance fiscale, elementi che – secondo le associazioni – compromettono il rispetto del principio della "durata della convergenza" previsto dall’articolo 140, paragrafo 1, del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE).

I firmatari avvertono che proseguire nel percorso di adesione in queste condizioni rischierebbe di danneggiare non solo la credibilità delle istituzioni Ue, ma anche l’integrità complessiva dell’Eurozona. Un monito che arriva in un momento particolarmente delicato per la Bulgaria, scossa da una nuova crisi politica.

L’11 dicembre, infatti, il primo ministro Rosen Zhelyazkov ha annunciato le proprie dimissioni in parlamento, dopo settimane di proteste di massa che hanno portato alla caduta del governo filo-russo. Il Paese, membro dell’Unione Europea e della Nato, ha vissuto sette elezioni nazionali negli ultimi quattro anni, senza che i governi succedutisi siano riusciti a garantire stabilità e controllo su un parlamento fortemente frammentato.

La prospettiva di nuove elezioni è tutt’altro che remota. Se non dovesse emergere una maggioranza alternativa, la Bulgaria potrebbe tornare alle urne nei prossimi mesi. Molti dei manifestanti scesi in piazza erano professionisti favorevoli all’adozione dell’euro e desiderosi di vedere il Paese pienamente inserito nella corrente principale europea dopo una difficile transizione democratica. Accanto a loro, però, erano presenti anche cittadini timorosi che l’ingresso nell’Eurozona possa alimentare l’inflazione o contrari alla linea filo-occidentale di Sofia su dossier come la guerra in Ucraina, preferendo un riavvicinamento a Mosca, storico alleato bulgaro.

Il presidente Rumen Radev, che nei giorni precedenti aveva apertamente invitato Zhelyazkov a farsi da parte, dovrà ora verificare l’esistenza di una maggioranza parlamentare alternativa. In caso contrario, il Paese si avvierà verso nuove elezioni anticipate, le ottave dal 2021, in piena “settimana bianca” per l’ingresso nell’euro.

Sul piano tecnico, il percorso verso la moneta unica appare già tracciato: l’Unione Europea ha infatti dato il via libera all’adesione, confermando che dal 1° gennaio 2026 il lev sarà sostituito dall’euro con un tasso di conversione fisso di 1,95583 lev per 1 euro, lo stesso con cui la valuta bulgara è agganciata all’euro dal 1999. Resta però aperto il nodo politico, che potrebbe rimettere in discussione tempi e modalità dell’ingresso di Sofia nell’Eurozona.

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x