Gaza, comando Usa in Israele appalta distribuzione aiuti a UG Solutions, ex azienda contractor di Ghf, accusata di affamare palestinesi

UG Solutions pianifica di tornare a Gaza con decine di mercenari, dopo le accuse di spari letali ai civili affamati nei siti di distribuzione di Gfh

Il nodo degli aiuti umanitari continua a tormentare Gaza. Ora, la distribuzione dovrebbe essere affidata alle Ong e all'Onu, ma in realtà è il comando Usa sito in Israele, al confine con la Striscia, a occuparsene. I militari hanno già appaltato il compito ad aziende contractor come UG Solutions, una società che aveva già operato sotto la Gaza Humanitarian Foundation e accusata di affamare i palestinesi.

Gaza, comando Usa in Israele appalta distribuzione aiuti a UG Solutions, ex azienda contractor di Ghf, accusata di affamare palestinesi

UG Solutions, la controversa società di sicurezza privata statunitense già coinvolta nelle operazioni dell’"Ong" Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), starebbe reclutando nuovo personale per un dispiegamento a Gaza. Secondo un report di Drop Site News, l’azienda prevede di aprire 12-15 nuovi siti di distribuzione e assumerà “molti più uomini”: ai candidati sono stati promessi stipendi fino a 1000 dollari al giorno, con potenziale inizio delle missioni già a dicembre.

Il reclutamento avverrebbe attraverso interviste focalizzate sull’uso delle armi e sull’obbedienza alla gerarchia, segnalando una militarizzazione marcata delle operazioni umanitarie. Questo avviene mentre il controllo sugli aiuti in Gaza è passato in parte a una struttura denominata “Board of Peace”, presieduta da Donald Trump tramite una risoluzione sponsorizzata dagli Stati Uniti.

Il ritorno di UG Solutions non è privo di ombre: durante le precedenti operazioni della Ghf, in un arco di quattro mesi, su oltre 2600 palestinesi che cercavano assistenza sarebbero stati uccisi o feriti. Multiple fonti riportano che i contrattisti impiegati da UG Solutions abbiano usato munizioni vere, granate stordenti e spray urticanti anche in assenza di minacce reali.

Un ex contractor ha riferito di aver visto un suo collega spruzzare tutta una bomboletta di pepper spray sul volto di un uomo in ginocchio che raccolta dei brandelli di cibo, senza che rappresentasse alcuna minaccia. Human Rights Watch ha confermato l’uso massiccio di munizionamentoless-lethal”, come granate stordenti e gas, su folla indifesa durante la distribuzione del cibo.

Le denunce si inseriscono in un contesto più ampio di gravi violazioni nel modello operativo della Ghf: l’ufficio per i diritti umani dell’Onu ha segnalato almeno 875 morti nelle prime settimane nei pressi dei siti gestiti da Ghf. Numerose Ong internazionali, tra cui Human Rights Watch, Amnesty e il Center for Constitutional Rights, parlano di “trappole mortali” o “campi di morte”, accusando l’operazione di compromettere i principi umanitari di neutralità e imparzialità.

Critici e gruppi per i diritti umani denunciano che il fatto di riaffidare la sicurezza dei punti di distribuzione di aiuti a UG Solutions rappresenti una continuazione del modello che ha già provocato centinaia di morti. In pratica, secondo molti, “affidare ancora gli aiuti a loro” significa proseguire l’uso della fame come strumento di potere, mantenendo i palestinesi in una situazione in cui ottenere cibo può costare la vita.